La Lombardia inaspettata tra Robbio e Mortara
La seconda tappa del diario lombardo della Via Francigena in compagnia di un vecchio amico sulle strade percorse in passato da grandi condottieri e fedeli
La leggenda dice che l’abbazia di Sant’Albino fu fondata da Carlo Magno nel lontano 730. Centosessanta anni prima del passaggio di Sigerico qui si combattevano feroci battaglie. Chissà se stanotte verranno a farmi visita questi due illustri signori visto che la seconda tappa della mia Francigena lombarda finisce proprio qui.
Stamattina la partenza è avvenuta con calma. Dopo una abbondante colazione con Ambra e Paolo nel loro ospitaliere Torre merlata a Palestro, abbiamo fatto un veloce trasferimento in auto fino a Robbio e da lì sono partito per Mortara.
Ieri sera infatti mi ha raggiunto Guido dalla Liguria e con lui ho percorso tutta la tappa odierna. In due non potevamo dormire nell’ostello di Robbio dove ero arrivato nel tardo pomeriggio perché erano arrivarti cinque pellegrini e così abbiamo pensato fosse meglio spostarci noi lasciando a loro il nostro posto.
In ogni caso alle otto eravamo attivi e ci siamo fatti un giro per le chiese di Robbio insieme con l’assessore Marco Ferrara. Con lui e il sindaco Roberto Francese abbiamo fatto una bella conversazione sulle storie del paese e anche sullo sviluppo della Via Francigena.
La loro è una giunta giovanissima con il primo cittadino che ha 29 anni. “Robbio è una bella cittadina e con i suoi seimila abitanti è un centro importante. Noi crediamo molto nella via Francigena tanto che l’accoglienza la facciamo in due locali all’interno del comune”.
È bello vedere quanto orgoglio c’è nel mettere i rilievo “i gioielli di famiglia”. Lascia qualche perplessità il forte campanilismo e io mi sono un po’ giocato la loro fiducia per non esser riuscito a “portare” Maroni fino a Robbio.
La visita del presidente a Palestro ha avuto un certo rilievo e oggi anche il quotidiano locale La Provincia Pavese gli dà spazio. In ogni caso è proprio vero che siamo il paese dei campanili e ogni comunità si sente la più importante. Ha un suo valore questo attaccamento alla propria storia ma può diventare anche un limite.
“Il presidente Napolitano – continua a raccontarmi il sindaco – ci ha premiato come una delle città con il maggior numero di persone impegnate nel volontariato. Siamo in mille su seimila. Per questo ci definiamo la capitale del volontariato”.
Robbio è a due passi dal Piemonte e si sente questo esser di frontiera anche dal dialetto, ma non solo. La Lomellina tiene insieme diverse comunità ed è il riso il protagonista da un punto di vista alimentare.
“Abbiamo avuto aziende storiche nel settore agroalimentare. La Locatelli, la Galbani sono nate qui”.
È un piacere parlare con questi giovani amministratori. Si avverte la passione e la cura per la propria comunità. Il desiderio di promuovere al meglio il paese e per questo la Via Francigena è vista come una importante opportunità di crescita.
Li salutiamo e iniziamo il cammino coscienti che oggi abbiamo davanti poco più di una passeggiata.
Lasciamo l’asfalto dopo pochi chilometri e ci immergiamo nella campagna. Alle nostre spalle lo spettacolo è fantastico perché c’è un cielo terso e si distingue tutto l’arco alpino dal Monviso fino al Monte Rosa e oltre.
Procediamo spediti fino a Nicorvo che si trova a metà cammino. Nel piccolo paese c’è un altro ostello per i pellegrini. Tiriamo dritti fino alla chiesa Maria del campo che si trova a pochi chilometri dalla meta di Mortara.
È piacevole camminare con Guido. Lui ha il fisico del trekker, e questa diventa l’occasione per raccontarci tante cose. Da oltre dieci anni, da Varese si è trasferito in Liguria. Con lui abbiamo fondato la cooperativa La Castellanza da cui è nato Varesenews.
Prima ancora avevamo lavorato insieme al Gulliver e non ci siamo più persi di vista malgrado le distanze. Sono state ore di confronto e scambio di impressioni rispetto alle tante cose che abbiamo visto. Si è stupito anche del fatto che si incontrano diversi pellegrini e c’è una grande varietà di provenienze.
Arriviamo presto a Mortara. Il tempo giusto per farci un giro per la città in attesa che apra l’ospitalità del l’abbazia di Sant’Albino. Un luogo dove la protagonista assoluta è Franca che quest’anno ha già accolto oltre quattrocento pellegrini arrivati fin qui da ventitré diverse cittadinanze. Oltre ai tanti europei sono passati sud africani, australiani e perfino una sud koreana.
Per una settimana ho saltato l’evento più importante dell’anno per Mortara. Domenica prossima ci sarà la 49esima sagra del salame d’oca.
“Per noi è una forte tradizione e arriveranno oltre 80mila persone”. Il sindaco Marco Facchinotti è venuto a salutarmi insieme ai suoi assessori.
“Questa terra era governata da Ludovico il Moro e si deve a quel periodo l’avvio degli allevamenti di oche. Dopo settecento anni quella tradizione prosegue ancora e si sta allargando. Con tutte le difficoltà economiche dell’amministrare di questi tempi, cerchiamo di fare delle cose per mantenere le tradizioni e anche guardare a nuovi fenomeni. La Francigena è uno di questi perché continua a crescere ogni anno. Noi ci impegniamo a mantenere l’accoglienza dove i pellegrini possano dormire lasciando una semplice offerta. Certamente non siamo come a Santiago, ma questo cammino può crescere molto”.
L’abbazia ha un giardino delizioso e stasera sono in compagnia di Susan da Portland e di Monique dal Belgio, due signore che vanno entrambi fino a Roma.
Sto scoprendo una Lombardia inaspettata. Certo è meno varia di altre zone, ma non per questo meno interessante.
Domani sarà una tappa un po’ più lunga, ma ancora nei limiti di facile percorribilità.
A domani.
Il diario delle tappe lo potete leggere qui oppure quello dalla Cisa a Roma scaricare da Amazon.
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