Manichini neri senza testa contro l’arrivo dei profughi
La macabra scena sulla rotonda che porta all'ingresso dell'istituto delle suore canossiane che ospiterà il campo della Croce Rossa dove saranno ospitati 64 richiedenti asilo

Manichini neri senza testa, proprio in mezzo alla strada, e di fianco un cartello con la scritta “Gli italiani in strada, gli immigrati in Hotel”. È l’amara e inquietante scena che è stata allestita a Tradate, alla rotonda di via Barbara Melzi, la stessa strada che porta all’ingresso dell’istituto che ospiterà nei prossimi giorni i 64 richiedenti asilo provenienti dall’Africa.
Un campo di accoglienza che sarà gestito dalla Croce Rossa provinciale su mandato del Prefetto di Varese, in accordo con l’amministrazione comunale, le suore canossiane proprietarie della struttura e con il supporto di decine di volontari e associazioni.
Ma questa soluzione non piace ad alcune persone della città. Domenica mattina è in programma un presidio autorizzato di Forza Nuova in Corso Bernacchi, quasi di fronte al Municipio, mentre sabato pomeriggio la Lega Nord cittadina protesta proprio di fronte all’ingresso della Barbara Melzi: sarà presente il senatore ed ex sindaco Stefano Candiani (e forse anche il segretario nazionale Matteo Salvini).
Ora la scoperta di questo macabro allestimento scenografico di poco gusto sulla strada, alla portata di tutti i passanti, grandi e piccoli, con due manichini scuri, senza testa. Il sindaco Laura Cavalotti condanna immediatamente l’accaduto: «Innanzitutto si deve condannare il metodo utilizzato da questi sconosciuti: occorre un confronto democratico tra persone che dialogano tra loro, anche con idee opposte, non serve a nulla un anonimato che punta solo a scioccare, per altro dicendo falsità. Questa amministrazione sta facendo tutto per gli italiani in difficoltà, tramite i servizi sociali che ascoltano tutti e con i quali sono stati avviati molti progetti. La situazione dei cittadini non c’entra nulla con l’integrazione dei profughi che arriveranno a Tradate».
«Dobbiamo pensare che c’è un discorso mondiale e storico che sta sconvolgendo l’Europa – conclude il primo cittadino -. Con un numero notevole di persone che sono in emergenza umanitaria. Cerchiamo di usare raziocinio e il cuore perché siamo esseri umani che potrebbero trovarsi in qualsiasi momento in quella condizione. Le persone in difficoltà vanno aiutate».
Duro anche il commento del Partito Democratico cittadino, per voce del segretario Santi Raineri: «Le immagini dei due manichini decapitati mi hanno lasciato senza parole: mai avrei pensato si potesse arrivare ad un avvertimento di tipo mafioso nella civile Tradate. A detta di questi ignobili razzisti, il partito Democratico non penserebbe alla sofferenza degli italiani: il Partito Democratico sta attuando numerose riforme atte a modernizzare e migliorare la situazione del nostro paese. Siamo fieri di aver scelto di aiutare i rifugiati! Dobbiamo guardare oltre il nostro piccolo orizzonte e posso solo rispondere loro che il Partito Democratico pensa a tutti, perché siamo tutti cittadini dello stesso mondo. Siamo sinceramente amareggiati dalla continua campagna di odio dilagante che leggiamo dappertutto. Ci auguriamo una viva presa di posizione del mondo laico, cattolico e associativo tradatese che non può tollerare atti di simile barbarie».
Nel pomeriggio è uscito allo scoperto l’autore del gesto: i manichini decapitati sono opera di Luigi Sciancalepore, imprenditore di Lonate Ceppino, presidente dell’associazione La Speranza. L’uomo ha difeso il suo gesto e l’ha definita un’opera «contro i profughi», in cui i manichini rappresentano gli italiani perseguitati dallo Stato (qui l’articolo).
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La solita destra dei manichini, delle teste mozzate, del confronto urlato, della propaganda a sfondo razzista, delle parole inconcludenti, delle piazzate.
Il tutto per 60 persone ospitate a tempo determinato in una città di 18.000 abitanti.
Di programmare, di organizzare ma anche di proposte concrete a parte “che crepino di fame” non se ne vede nemmeno l’ombra.
Spero evitiate di andare a messa la domenica. Sarebbe veramente prendervi in giro da soli.