Premio Chiara, povero ma bello
Un bel programma con 30 incontri e nomi di alto livello, tra cui l’archistar Mario Botta, il fotografo Gianni Berengo Gardin e lo scrittore francese Daniel Pennac
Alla fine il Premio Chiara, anche senza i soldi della Provincia, ce l’ha fatta. Un bel programma che prevede 30 incontri (si comincia l’8 settembre e si finisce il 26 novembre) con nomi di alto livello. L’archistar Mario Botta, il fotografo Gianni Berengo Gardin, Daniel Pennac, scrittore francese amatissimo dagli italiani e padre letterario di Benjamin Malaussène. E ancora: Massimo Carlotto, re del noir nostrano, Nicola Lagioia, vincitore dello Strega, il talentuoso cantautore Dente e i fratelli Sgarbi, il critico d’arte Vittorio e l’editor Elisabetta. A tutto questo ben di Dio si aggiungono tre finalisti di alta qualità: Mauro Covacich con “La Sposa” (Bompiani), Alberto Nessi con “Milò” (Casagrande) e Francesco Recami “Piccola enciclopedia delle ossessioni” (Sellerio) che metteranno a dura prova la scelta della giuria popolare. Niente male per un’edizione “povera”. Chissà cosa avrebbero portato a casa Bambi Lazzati e Romano Oldrini se avessero avuto qualche soldino in più da spendere?
Nel giorno della presentazione ufficiale i due pilastri del premio dedicato al racconto si sono rimbalzati i complimenti. «Bambi sei tu l’anima del Premio». «No, Romano, sei tu». Hanno ragione entrambi, perché è stata la caparbietà di questa strana coppia, un poeta e una bella signora dai modi non affettati, a garantire sempre e comunque il minimo vitale alla manifestazione.
Il Chiara in tutti questi anni è sopravvissuto nonostante la politica, che ha sempre contribuito senza però capire fino in fondo il valore che poteva avere ed ha questa manifestazione, e grazie a qualche sponsor privato illuminato. Per l’edizione 2015 la provvidenza ha la ragione sociale dell’Openjobmetis di patron Rasizza che ha dato il contributo necessario per far partire la macchina organizzativa. Una prospettiva comunque c’è perché gli organizzatori stanno cercando di coinvolgere i comuni nel premio letterario. Varese, Luino, Gallarate, Azzate, Tradate, Gazzada Schianno sono già inseriti nel programma, per gli altri il rapporto con la manifestazione è ancora tutto da costruire.
Il presidente della Provincia Gunnar Vincenzi questa volta non ha lasciato solo il delegato alla cultura Alberto Tognola e si è presentato in conferenza stampa riassumendo la posizione dell’ente provinciale in una battuta: «La volontà non coincide con la possibilità», ovvero: «Vorremmo darvi i soldi ma non li abbiamo». Vincenzi ha poi letto un testo sui nuovi stili di scrittura influenzati dalla tecnologia, bollandoli come i principali responsabili degli «sfregi quotidiani» alla grammatica. Un tema che meriterebbe maggiore profondità. È la velocità o l’ignoranza a generare mostri? Lo chiederemo a Daniel Pennac il primo novembre al Teatro Sociale di Luino. Lui sì che di capri espiatori se ne intende.
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