“Quei profughi sono futuri padri di famiglia e vanno aiutati”
Incontro con Madre Elide Testa, che ha più di 80 anni ed è la superiora dell'Istituto Barbara Melzi che accoglierà a breve i 64 profughi: "Tempi maturi per una buona e proficua integrazione"
«Quei profughi sono persone che scappano da situazioni difficili, sono ragazzi, futuri padri di famiglia che vanno aiutati a costruirsi un futuro». Madre Elide Testa è la madre superiora dell’Istituto Barbara Melzi che nelle prossime ore accoglierà i 64 profughi fino ad oggi presenti nella palestra della scuola Don Milani di Venegono Inferiore. Il campo sarà sempre gestito dalla Croce Rossa provinciale, con il sostegno dell’amministrazione comunale di Tradate e il contributo di centinaia di volontari e associazioni. Madre Elide, che ha più di 80 anni e che è stata in tutti i continenti del mondo per compiere la sua missione di fede, oggi guida le suore canossiane dell’Istituto e ha concesso gli spazi di accoglienza in comodato gratuito.
L’istituto ha una lunga storia e da sempre è una struttura dove operano le suore canossiane. La struttura è stata donata a inizio ‘800 proprio da Barbara Melzi, unica erede della famiglia Melzi che aveva presi il castello tradatese dai Pusterla di Milano. «Da allora – spiega Madre Elide -, questa struttura è sempre stata aperta ai poveri e a chi aveva bisogno. Prima per esercizi spirituali destinati alle dame dell’800, perché maturassero una sensibilità verso chi aveva più bisogno, poi come base per le opere delle suore nel territorio. Oltre a essere una struttura sanitaria per consorelle anziane».
Per spiegare il perché di questa decisione di accoglienza, nonostante le polemiche che si stanno consumando sul territorio tra favorevoli e contrari sulla presenza dei richiedenti asilo, Madre Elide parte da un concetto radicato negli anni: «Abbiamo molteplici finalità rimaste invariate nel tempo: diamo da sempre attenzione alla gente nel momento maggior bisogno e cerchiamo di realizzare questa finalità attraverso l’educazione e la catechesi; stiamo accanto ai malati nelle famiglie in diverse strutture sanitarie del territorio come la Casa Velini, la Pineta, l’ospedale Maugeri. Sempre con un unico obiettivo: l’attenzione alla persona che ha più bisogno».
«E quindi – aggiunge candidamente – perché non aiutare persone in difficoltà in questo momento di emergenza, indipendentemente dalla provenienza? Abbiamo anticipato solamente col buon senso l’invito che Papa Francesco ha rivolto domenica durante l’Angelus: che le parrocchie aprissero le porte ai profughi. Siamo sensibili al problema per una finalità di accoglienza in vista di una piena integrazione. È un gesto che rientra nelle nostre finalità di attenzione ai poveri, come quello che abbiamo fatto in silenzio negli anni per i nostri cittadini che spesso vengono qui a chiedere aiuto. Aiutiamo tutti fin con dove possiamo.
«Riguardo i migranti conosco personalmente le terre da dove provengono – conclude -, anche se ci sono stata anche se in tempi più tranquilli. Oggi la situazione è più difficile: questi sono ragazzi, futuri padri di famiglia che hanno bisogno di aiuto per costruirsi un futuro. Nell’emergenza noi abbiamo deciso di dare il nostro contributo. Stiamo raccogliendo i nomi delle tante persone che ci stanno contattando. Il campo sarà gestito dalla Croce Rossa, poi daremo a loro tutti i nominativi. Ci auguriamo che davvero maturi la responsabilità per una buona e proficua integrazione per tutti».
TAG ARTICOLO
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Viacolvento su Beko, il PD di Varese all'attacco: "Giorgetti e il Governo se ne fregano"
Felice su Volontario della Maratonina di Busto Arsizio picchiato da un automobilista
italo su Matteo Librizzi: "Emozionato e felice, sognavo una serata così"
fratetoc su Anche Besnate approva la tariffa puntuale per i rifiuti
elenera su Un falco pellegrino protetto è stato crivellato di pallini a Malnate
Felice su Beko: in Italia a rischio tre stabilimenti tra cui quello di Cassinetta
Suore e volontari : 1
Urlatori da piazza: 0
Grazie anche a VareseNews per questa testimonianza di vero giornalismo.
cara sorella,non so se sono tutti profughi.Di sicuro dobbiamo aiutarli provvisorio,il problema e che non vediamo le cose vicine a noi(disoccupati senza 1 euro,suicidi per mancanza di sostegno ecc.?reddito minimo imposto dal 92 da UE,ancora non si vede.spesso ci focalizziamo alle cose lontane,il risultato e tenere schiavi le persone,,,,,schiavi moderni