Schedoni, Capella e Chignoli: la buona quadreria del Museo Baroffio
Il Museo in cima al Sacro Monte riserva non poche sorprese nella sua collezione permanente

Il Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte sopra Varese, è un piccolo museo, ma neppure troppo piccolo essendo disposto su tre piani, al quale si accede da una terrazza panoramica posta nel borgo del Sacro Monte. Ci si arriva facilmente, giunti in cima al percorso sacro delle Cappelle, seguendo i cartelli pedonali. Vale senz’altro la pena vederlo nell’ambito di una passeggiata alla Varese Alta, per la sua collezione di opere pittoriche e scultoree, anche con pezzi di grande effetto.
Il Baroffio è nato nell’anno 1900 per custodire le opere d’arte appartenuti al Santuario, ma ha preso il nome attuale a seguito dell’intervento del barone bresciano Giuseppe Baroffio Dall’Aglio (1859-1929), alla cui munificenza si deve il progetto e la realizzazione della sede attuale, negli anni Trenta del Novecento. Il progetto originario del museo è opera dell’architetto Ulderico Tononi e del ben noto artista milanese Ludovico Pogliaghi (1857-1950), la cui casa varesina è anch’essa un museo visitabile lungo il percorso per il Sacro Monte.
L’indicazione “Museo del Santuario” può forse irrigidire un po’ il visitatore laico e che ha un approccio sobrio all’arte, ma non bisogna lasciarsi condizionare. E’ vero che una sezione del Baroffio è dedicata specificamente ai paramenti liturgici, con in particolare una collezione di pregiate pianete per celebrazioni di una certa rilevanza; c’è però anche molto altro e l’osservatore attento non lascerà la struttura con meno di un’ora di visita.
Di artisti ce ne sono molti ma, anche se lo sforzo di Mons. Macchi e dei suoi collaboratori che riaprirono il museo nel 2001 fu notevole, bisogna sottolineare che diverse opere pittoriche del Cinquecento e del Seicento, pur pregevolissime sono qui lavori di artista ignoto. Per questo la buona quadreria del Baroffio soddisfa molto di più chi ha l’occhio attento alla bellezza, piuttosto che il grande appassionato di storia dell’arte. Lo splendido “Ritratto di uomo barbuto”, di un pittore olandese del XVII secolo, fa ad esempio parte di questa categoria di dipinti e si trova nella sala in fondo nel piano d’ingresso.
Alcuni artisti però, tra quelli in residenza al Baroffio, si possono citare comunque per la finezza dei lavori esposti. Il Giampietrino ad esempio è un nome che a Varese di questi tempi è di moda, complice il recente restauro della “Sacra Famiglia” a lui attribuita che fa parte della Collezione Cagnola a Gazzada; ma anche al Baroffio c’è un pezzo di tutto rispetto che è attribuito alla bottega di Giampietrino e che è visibile nella prima sala: il “Ritratto di Santa Caterina d’Alessandria”, un dipinto di stile leonardesco.
Al piano inferiore spiccano in particolare tre opere di soggetto sacro. Un bellissimo “San Francesco” è attribuito a Girolamo Chignoli, il pittore milanese allievo del Cerano, che per la verità ha lasciato una sola tela firmata, quel “San Bonaventura” il quale dovrebbe trovarsi ancora nella Chiesa di Santa Maria al Paradiso, in zona Crocetta a Milano.
Il veneziano Francesco Capella (1711, 1774), allievo del Piazzetta nella Serenissima e successivamente trasferitosi definitivamente a Bergamo, è invece autore di un notevole ritratto di “San Gerolamo”.
Più di tutti però trattiene lo sguardo ed emoziona la freschissima “Madonna con Bambino” che si trova nella sala a sinistra appena scese le scale dall’ingresso (vedi immagine). L’autore di questa meraviglia dovrebbe essere Bartolomeo Schedoni (1578, 1615), artista modenese formatosi nella terra natia sulle orme di Correggio, dopo un breve apprendistato a Roma nella bottega di Federico Zuccari, alla fine del Cinquecento.
Museo Baroffio
Piazzetta del Monastero
Sacro Monte di Varese
Tel: 0332 212042
Il sito
Apertura stagionale dal 21 marzo al 1 novembre.
Orari: giovedì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.
Da maggio a settembre è aperto anche martedì e mercoledì dalle 15 alle 18.30
Ingresso intero a 4 euro.
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