71 anni dopo l’ottobre di sangue, Varese non dimentica l’orrore nazifascista
Partecipata e sentita commemorazione in largo Resistenza per i partigiani uccisi nell'ottobre del 1944 dalla forza di occupazione nazifascista
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Non si affievolisce l’emozione e la voglia di ricordare quei morti. L’ottobre di sangue varesino, a 71 anni da quegli avvenimenti, è ancora una pietra viva nella memoria della città e della provincia.
Così questa mattina l‘Anpi, insieme al sindaco Attilio Fontana, ai deputati Daniele Marantelli e Maria Chiara Gadda, ad alcuni consiglieri comunali e una cinquantina di cittadini ha ricordato i tragici avvenimenti che seguirono l’omicidio del commissario prefettizio di Malnate, scatenando la repressione nazifascista con l’uccisione di diversi esponenti della Resistenza e l’esposizione alle Bettole di Varese per tre giorni dei corpi di tre di loro, quelli di Evaristo Trentin (18 anni), Bartolomeo Baj e Giuseppe Brusa.
Dopo la deposizione della corona di fiori all’Arco Mera il corteo, preceduto dalla banda, si è diretto in largo Resistenza dove si è tenuto il momento ufficiale con le orazioni da parte del presidente dell’Anpi varesina Margherita Gironimi, del sindaco Attilio Fontana e del costituzionalista Riccardo Conte. Due giovani, Anna e Matteo, hanno letto i nomi dei caduti e hanno recitato l’epigrafe di Piero Calamandrei.
«Furono giorni di barbarie – ha detto la presidente Gironimi – giorni nei quali la popolazione varesina si rese conto della violenza e della sopraffazione del regime nazifascista con quelle fucilazioni nei confronti di quelli che don Giuseppe Tornatore definì “eroi giovanissimi colati in cielo”.
Presente anche il sindaco Attilio Fontana: «E’ un grande onore per me essere qui a ricordare i valori di queste persone che hanno sacrificato la loro vita per il periodo più lungo di libertà che abbia mai vissuto questo Paese.- ha detto e ha proseguito – Negli ultimi tempi la democrazia sta attraversando un periodo in cui molti cercano di attaccarla. Vorrei ricordare qui l’attentato avvenuto in Turchia sabato (che ha provocato 100 vittime e un numero altissimo di feriti durante la manifestazione a favore del partito moderato curdo ad Ankara, ndr). Ci sono forze oscure che non vogliono la democrazia».
All’intervento del primo cittadino ha fatto seguito l’intervento del costituzionalista Riccardo Conte che nel suo discorso ha ricordato come andò a finire il processo agli autori del massacro di quell’ottobre: «Si passò dalla pena di morte (mai eseguita) nei confronti di 5 persone giudicate responsabili dei rastrellamenti fino alla pena molto mite dell’ultimo processo del 1952 in cui era rimasto solo un imputato». Conte ha anche toccato il tema della Costituzione «nata dalle tre grandi correnti ideologiche del liberalismo, della dottrina sociale della Chiesa e dal socialismo» , della sua difesa dai rigurgiti fascisti che ancora esistono anche nel nostro Paese.
Infine ha preso la parola il partigiano Somaini, unico sopravvissuto della battaglia del San Martino (uno dei primi episodi di Resistenza in Italia in cui morirono 170p partigiani, ndr): «Di quei grandi uomini non si parla quasi mai – ha detto – o comunque se ne parla troppo poco». La presidente dell’Anpi ha, quindi, invitato tutti a Cassano Valcuvia il 15 novembre per la commemorazione di quella battaglia e di quegli eroi.
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