Alla Quiete tutto è puntuale, tranne gli stipendi

La struttura funziona come un orologio ma non c’è altrettanta precisione da parte della proprietà nei tempi di pagamento delle retribuzioni

la quiete varese clinica

Il noto comico Antonio Cornacchione, quello di «Povero Silvio», amava fare una gag sul mondo del lavoro ai tempi della globalizzazione. «Inventati un lavoro, mi dicevano. E allora io mi inventavo tutto: la segretaria, l’ufficio, l’auto aziendale, i colleghi, le girate del capo. Ma alla fine del mese non riuscivo a inventarmi lo stipendio».

Non che alla casa di cura La quiete le cose stiano così, ma a fronte di una struttura che funziona come un orologio e considerata un polo sanitario di ottimo livello grazie ai 63 lavoratori che svolgono quotidianamente con passione e puntualità il proprio lavoro, non c’è altrettanta precisione da parte della proprietà nei tempi di pagamento degli stipendi. La maggioranza dei lavoratori devono infatti ancora ricevere la mensilità di agosto, nonostante le rassicurazioni ricevute dagli amministratori del Gruppo Sant’Alessandro srl, società di Frosinone che controlla la casa di cura La quiete srl e le due società ad essa collegate, la Quiete diagnostica srl e la Quiete servizi srl. 

«È innegabile che ci siano stati dei ritardi – dice Christian Sorrenti, avvocato della società di Frosinone -, ma tutto è nato da un disguido con le banche perché non è certo interesse di nessuno, né della società e penso nemmeno dei dipendenti arrivare a compromettere questo rapporto, mentre è interesse di tutti lavorare con unità d’intenti».

«Quello che preoccupa i lavoratori – replica Cinzia Bianchi della Cgil – è la mancanza di chiarezza nella comunicazione. In un incontro informale del 25 settembre scorso, la proprietà ci aveva assicurato che entro il primo ottobre sarebbe stato pagato lo stipendio di agosto. Ad alcuni è stato versato, ma più della metà dei dipendenti non l’ha ancora ricevuto e tra queste ci sono persone che hanno mutui da pagare e figli da mandare a scuola. Pretendere il rispetto della parola data è il minimo, considerata la disponibilità e la pazienza dimostrata fino ad oggi dai lavoratori».

Uno degli aspetti singolari della Quiete è la frammentazione dei dipendenti in tre società distinte. Non è un semplice dettaglio perché essere a libro paga dell’una o dell’altra ha effetti sul rispetto dei termini di pagamento. Ad esempio, mentre quelli della Quiete casa di cura srl sono stati pagati il 2 ottobre, lo stesso non è accaduto per quelli della Quiete servizi srl, che svolgono tutta una serie di attività collaterali che vanno dall’amministrazione alla mensa. E non consola nemmeno il fatto che sia un ritardo piuttosto “democratico” e trasversale visto che tra quelli che aspettano di ricevere lo stipendio c’è anche il direttore generale della struttura.

«Sono mesi – spiega Cinzia Bianchi – che chiediamo un’unificazione dei tempi di pagamento, anche con un percorso concordato, purché ci sia trasparenza. I lavoratori danno alla Quiete un contributo di professionalità e qualità molto alto e vorrebbero sapere anche se ci sono possibilità di sviluppo e quindi un programma di investimenti da parte della proprietà».

«Stiamo lavorando in quella direzione – conclude l’avvocato Sorrenti -. Nell’incontro citato la proprietà ha ribadito che entro tre mesi conta di riportare i termini di pagamento alla normalità».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 07 Ottobre 2015
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