Ancora polemiche sulla Ciocchina, senza inno e senza fascia tricolore

Consegnate tra le polemiche le civiche benemerenze a quattro cittadini: Tamara Grilli, Piergiuseppe Vellini, Giorgio Stiavelli, Tamara Grilli

Ciocchina 2015

Consegnate le civiche benemerenze, ma con polemica. Oltre al fatto che i nomi dei cittadini benemeriti scelti dall’amministrazione comunale non sono stati comunicati prima della cerimonia, il sindaco Alessandro Fagioli ha diretto la cerimonia senza fascia tricolore e senza inno nazionale, sollevando le polemiche dell’opposizione.

Ma andiamo con ordine. La cerimonia, di fronte alle autorità tra cui anche il prefetto Zanzi, si è svolta sabato pomeriggio nell’ex sala consigliare e l’ambita “Ciocchina” è stata consegnata a quatto cittadini. Ecco i nomi e le motivazioni dei premiati.

Tamara Grilli, 67 anni: «Per aver contribuito con impegno alla sensibilizzazione e alla promozione di attività finalizzate alla prevenzione e alla cura del diabete, quale promotrice dell’associazione Diabetici saronnese”. Senza tradire emozioni la Grilli ha ringraziato gli iscritti dell’associazione e l’Amministrazione ed ha commentato: “Siamo nati 13 anni fa, e da allora lavoriamo silenziosamente. Il diabete è una delle grandi criticità del nostro tempo. Ho iniziato la mia attività di volontariato a scuola, in prima media. E’ stata una scintilla che è rimasta sempre accesa; un fuoco positivo».

Giuseppe Landonio, 74enne: «Per il servizio svolto con spirito di dedizione, da ben sessantuno anni nell’oratorio di via Legnani. Rimane per tutti un esempio di semplicità e umiltà”. Il benemerito si è limitato ad un rapido commento “grazie… ma in realtà io faccio tutto per la gioventù».

Piergiuseppe Vellini, 76enne, conosciuto come “PierodaSaronno”: «Per la sua presenza inconfondibile nelle varie manifestazioni ed eventi, per il suo impegno continuo, volontario e instancabile, filmando, intervistando, approfondendo i più svariati temi della nostra città”. “Guardandomi in giro in questa sala – ha detto Vellini – quasi tutti i presenti, pubblico compreso, sono stati per un motivo o per l’altro nei miei filmati».

Giorgio Stiavelli, scomparso nel giugno scorso a 86 anni, scienziato e fondatore della Rotodyne, azienda aerospaziale con sedi a Saronno e Caronno Pertusella.

Sulla mancanza dell’inno e della fascia tricolore interviene il capogruppo del Partito Democratico, Francesco Licata: «Perché? Perché non è obbligatorio per legge? Forse… o forse no! La fascia ha un valore simbolico tutt’altro che marginale, significa che il Primo cittadino in quel momento rappresenta la città, tutta la città, rappresenta lo Stato. Cantare l’inno significa riconoscersi in una comunità che condivide dei valori e che si sente unita. Ora, non cantare l’inno o non indossare la fascia sottointende disconoscere tutto ciò e francamente il fastidio verso i colori della bandiera, non semplice pezzo di stoffa ma simbolo di unità ed uguaglianza, e verso l’inno nazionale non possono essere mal celati dietro un “non è obbligatorio per legge”».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 26 Ottobre 2015
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