Arresto Mantovani, le reazioni politiche
I commenti dei gruppi politici alle notizie dell'indagine che coinvolge il vicepresidente di Regione
La notizia dell’arresto di Mario Mantovani, vicepresidente della Regione Lombardia e esponente di spicco di Forza Italia, è arrivata martedì mattina, 13 ottobre. Coincidenze della vita, proprio mentre a Palazzo Lombardia, sede della Regione, si svolge il convegno sulla trasparenza. Mantovani avrebbe docuto aprire i lavori, ma ovviamente i piani sono cambiati.
«Sono rimasto stupito dell’arresto del vice presidente e assessore Mario Mantovani e mi auguro che sarà in grado di dimostrare la sua correttezza. Da quanto si apprende, la gran parte delle contestazioni che gli vengono rivolte sono estranee al suo incarico in Regione. Per quanto riguarda gli episodi che coinvolgono singole aziende sanitarie, ho già richiesto al segretario generale e al direttore generale della Salute di effettuare i necessari approfondimenti», dichiara il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni a seguito dell’indagine della Procura della Repubblica di Milano.
«Non riesco a comprendere l’accusa nei miei confronti. Non mi sono mai interessato di gare nel settore della Sanità, non rientra nelle mie competenze, si tratta evidentemente di un errore. Sono da subito disponibile a farmi ascoltare dal magistrato che indaga e chiarire la mia assoluta
estraneita’ ai fatti contestati», afferma l’assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia Massimo Garavaglia.
La politica, ovviamente, non ha fato mancare le reazioni, soprattutto da parte delle opposizioni.
«Il quadro che sta emergendo è davvero inquietante – commenta il segretario regionale del PD Lombardo Alessandro Alfieri -. Siamo in attesa di avere informazioni più dettagliate dalla Procura su un’ indagine che rischia di investire l’intera regione. La situazione è grave e Maroni è il primo che si deve chiedere se così si possa andare avanti. È evidentemente che la stagione degli scandali non è ancora finita come noi denunciavamo da tempo». In serata il Pd ha presentato una mozione di sfiducia a Maroni: «In Lombardia c’è un problema enorme e la responsabilità politica è di Maroni», ha detto Alfieri presentando la mozione in conferenza stampa.
Diretti e battaglieri come sempre gli esponenti del Movimento 5 Stelle. «I lombardi non si meritano questa vergogna – dichiara il capogruppo Dario Violi -, loro sono evidentemente meglio di chi li governa. L’arresto di oggi è la prova provata che tante denunce che abbiamo sollevato negli ultimi anni sono fondate e che Maroni non è mai stato in grado di allontanare le lobby di affaristi e corruttori dalla cassaforte dei lombardi. E’ necessario tornare al voto subito e Maroni e i suoi assessori devono tornarsene a casa a cercarsi un lavoro per la prima volta nella loro vita». I grillini stanno scrivenduno una mozione di sfiducuia a Maroni che chiedono di discutere al più presto. Alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle hanno anche portato una cassetta di arance “per il vicepresidente Mantovani” al Convegno sulla trasparenza in corso a Palazzo Lombardia, dopo l’arresto del vice presidente della giunta Mario Mantovani.
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«La Lombardia ha bisogno di essere governata e, quindi, faccio appello a tutte le forze responsabili ad anteporre l’interesse dei lombardi ai meri interessi della propria parte politica – dichiara il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, oggi impegnato a Bruxelles per la sessione plenaria del Comitato delle Regioni -. Sono ovviamente sorpreso e amareggiato dalla notizia dell’arresto del Vicepresidente Mantovani e dall’indagine che riguarderebbe anche l’Assessore Garavaglia, ma siamo tutti in attesa di capire meglio il contenuto delle accuse: al momento non è neppure chiaro se riguardino Mantovani nella sua veste di membro della giunta regionale o in altre vesti. Tutti i comportamenti non ispirati ai principi dell’onestà e della trasparenza vanno stigmatizzati, ma il rispetto della legalità è anche praticare il principio costituzionale della presunzione di innocenza, fondamento giuridico di ogni Paese civile. Da parte di tutti andrebbe, in questa prima fase, esercitata la virtù della prudenza, anziché accorrere ad alimentare le schiere di coloro che invocano la presunzione di colpevolezza. Affrettarsi a gettare fango, come purtroppo talune voci nei gruppi della minoranza hanno immediatamente cominciato a fare, dimostra solo la volontà di cavare dalla situazione qualche interesse politico di parte». Cattaneo ha inoltre ricordato che se venisse presentata una mozione di sfiducia verrà affrontata secondo le disposizioni previste dall’articolo 126 del Regolamento, anche per quanto riguarda il dibattito consiliare: «se anche così fosse non vedo particolari conseguenze: la maggioranza è compatta attorno al Presidente Maroni nel rivendicare un’azione di governo che parla attraverso i propri risultati e che nessuna persona onesta e di buon senso può in alcun modo ascrivere in sé a volontà di malaffare o contiguità con comportamenti malavitosi».
«L’arresto di Mario Mantovani, vicepresidente e assessore alla Sanità della Regione Lombardia fino al 1° settembre scorso, getta una nuova inquietante ombra sull’operato dei vertici politici dell’istituzione regionale – si legge in una nota del Comitato Civico Varese 2.0 -. Dall’operazione “entourage”, ovvero compagnia, cricca in italiano, condotta dalla Guardia di Finanza, sarebbero emersi “ diversi episodi di corruzione, di concussione e di turbativa d’asta” a carico di Mantovani e di altre persone. Fatta salva nei confronti di tutti gli indagati la “presunzione d’innocenza” garantita dalla Carta costituzionale repubblicana il Comitato Civico Varese 2.0 ribadisce con assoluta fermezza l’urgenza di introdurre, a tutti i livelli della vita politica e amministrativa, radicali elementi di discontinuità e di rinnovamento rispetto al passato; rivendica il ruolo di autonomo protagonista di un cambiamento, non più eludibile, della dialettica politica anche e soprattutto a livello locale; conferma il proprio impegno nel proporre e promuovere iniziative, in coerenza col proprio recente passato, capaci di imprimere una svolta alla vita politica e amministrativa di Varese»
Anche da Arconate, paese che Mantovani ha amministrato in qualità di sindaco, arrivano reazioni dall’attuale amministrazione comunale guidata da Andrea Colombo: «L’Amministrazione Comunale non può che apprendere con stupore le notizie apparse questa mattina sugli organi di stampa. Prendiamo atto che le accuse mosse nei confronti di Mario Mantovani sono gravissime. Siamo molto preoccupati per le eventuali ripercussioni che tale inchiesta potrà avere sul Comune di Arconate, sui progetti e sulle opere ereditate dalla precedente Amministrazione. Siamo comunque a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per gli eventuali futuri accertamenti. Il Comune provvederà ad informare costantemente la cittadinanza e renderà note le decisioni che l’amministrazione intenderà adottare in merito alla vicenda e ai sui risvolti arconatesi».
«Gli arresti per tangenti nella sanità in Regione Lombardia sono la prova provata che nessuna discontinuità c’è stata nel passaggio dalla vecchia amministrazione, crollata proprio per indagini giudiziarie, alla Giunta attuale – dice Umberto Ambrosoli della Lista Ambrosoli -. Una discontinuità che abbiamo più volte indicato come necessaria per per ristabilire correttezza, legalità e trasparenza in Regione. Fa sorridere che questi arresti avvengano proprio nel giorno in cui Consiglio regionale e Giunta celebrano la trasparenza amministrativa: un valore che deve essere bussola delle attività quotidiane, e non solo specchietto in cui rimirarsi una volta all’anno».
«L’arresto del vicepresidente della Regione, insieme con altre due persone, è un fatto grave, come sono gravi le accuse che gli vengono rivolte. Le indagini sono in corso e auspichiamo che Mario Mantovani possa dimostrare la sua innocenza e la sua estraneità ai fatti contestati», dichiara Riccardo De Corato, vice-presidente del Consiglio comunale di Milano e capogruppo di Fratelli d’Italia–Alleanza Nazionale in Regione.
«Esprimiamo preoccupazione – dicono Elena Lattuada, Osvaldo Domaneschi, Danilo Margaritella, segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil – per quanto emerge dalle indagini della magistratura sul vicepresidente e l’assessore al bilancio di Regione Lombardia, che ovviamente investe direttamente le responsabilità istituzionali più rilevanti. Altrettanto grave è l’oggetto dell’indagine che riguarda i temi della sanità e del welfare che, com’è noto, riguardano ingenti risorse regionali e che sono da tempo, anche per Cgil, Cisl e Uil, temi di grande delicatezza oltre che di confronto tra le parti. Confidando nel ruolo della magistratura, ci auguriamo che le indagini procedano rapidamente e che siano presto accertate tutte le responsabilità, così com’è evidente che in questo quadro anche il normale confronto con l’Istituzione regionale risulta ancora più complicato».
«Da garantiste diciamo che le indagini della magistratura faranno il loro corso. Ma è evidente che l’opacità di questa Giunta ha con oggi raggiunto livelli politicamente insostenibili – dichiarano Lucia Castellano e Silvia Fossati, capogruppo e consigliera regionale del Patto Civico -. Il presidente Maroni, pur con fatti diversi, è sotto inchiesta, il suo vice è in carcere e il suo assessore al bilancio indagato: ombre pesantissime investono il vertice di Regione Lombardia e rimandano drammaticamente alla cascata di scandali giudiziari dell’epoca Formigoni. Uno scenario di fronte al quale il governatore non può che pensare seriamente di tornarsene a casa».
«Apprendiamo la notizia dell’arresto di Mario Mantovani vicepresidente di Regione Lombardia, già Senatore e Sottosegretario alle infrastrutture del governo Berlusconi effettuato questa mattina all’alba con le accuse di corruzione, concussione turbativa d’asta e abuso d’ufficio – dice Antonello Patta, segretario regionale del Prc in Lombardia -. Altre nove persone sono indagate, tra cui l’assessore regionale al Bilancio Massimo Garavaglia, braccio destro del governatore Roberto Maroni. E’ la conferma che in Lombardia il sistema corruttivo e le ruberie a danno dei contribuenti non sono finiti con l’era Formigoni. Altro che la pulizia annunciata! Le famose scope di Maroni sono servite a mettere temporaneamente sotto il tappeto il lerciume che sta venendo a galla e che conferma che Lega e Centro Destra sono il vero problema della Lombardia. I soldi ci sono e vanno a ingrassare le cripte del malaffare e della speculazione mentre si racconta che non ci sono per abolire i Ticket e per il salario minimo. Maroni e le destre a casa, per una Lombardia libera, pulita e che metta al primo posto i cittadini e i loro bisogni e non gli interessi dei ceti politici e gruppi di potere affaristici che governano la Lombardia da 22 anni».
«Transparency International Italia accoglie con desolazione l’ennesima notizia di corruzione nella pubblica amministrazione. L’arresto dell’ex-assessore alla sanità di Regione Lombardia, Mario Mantovani, porta alla luce crimini ancora più gravi perché impattano sulle persone in uno dei momenti di maggiore fragilità della loro vita: quello in cui essi o un loro caro sono malati. Questo evento colpisce anche per il fatto che la sanità lombarda è un centro di eccellenza riconosciuto a livello nazionale e internazionale – dice Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia -. Indubbiamente, il settore della sanità è un settore particolarmente esposto al rischio di corruzione. Secondo il Barometro Globale sulla Corruzione 2013 di Transparency International il 54% degli italiani ritiene che la corruzione sia diffusa nel settore sanitario. Per questo motivo Transparency International Italia da anni studia il settore accompagnando le aziende sanitarie in percorsi volti a contrastare i rischi di corruzione. Fra le raccomandazioni contenute nell’ultimo rapporto ricordiamo la necessità di definire in maniera più precisa i rapporti tra pubblico e privato e di aumentare la disponibilità di open data sulla spesa sanitaria. Questo ulteriore caso dimostra come sia importante tenere alta la guardia e rafforzare la nostra attività affinché ci sia maggiore integrità nella gestione della cosa pubblica. Transparency International Italia sta infatti lavorando ad un nuovo progetto triennale (Curiamo la corruzione) con i principali attori del settore, per continuare a elaborare e implementare nuovi strumenti per contrastare e prevenire la corruzione in un settore così cruciale».
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