Daniele e Manuel, sogni e speranze di due generazioni al lavoro

Le storie di due dipendenti legati a doppia trama ad un’unica azienda un tempo fiore all’occhiello del tessile, oggi in crisi

Una protesta composta e molto sentita. Anche da chi porta la fascia tricolore legata in vita: la “bomba” Mascioni è di quelle che non fa rumore, ma spaventa.

Centocinquanta lavoratori che rischiano il posto su poco più di 300 sono numeri che mettono paura: vuol dire altrettante famiglie che si trovano senza entrate. In alcuni casi, marito e moglie a casa.

Per questo i sindaci hanno appoggiato il presidio di questo pomeriggio. Ma non solo.

Molti di loro hanno lavorato e lavorano in ditta. “In Mascioni”. Tutti conoscono qualcuno, da queste parti che lavora e ha lavorato qui. Malinconia per gli anni addietro quando l’azienda era il fiore all’occhiello della Valcuvia. Poi gli anni della crisi del tessile. Poi quelli della crisi e basta. La sirena dei turni, però, tutti la conoscono.

Tante storie che si intrecciano, qui ai cancelli, come quella di Daniele, e Manuel. Stesso cielo sotto il quale stare a vivere, quello di Brenta, in Valcuvia; stessa azienda, forse stessi sogni quando iniziarono a lavorare.

Solo che uno dei due, Daniele, ha incominciato a lavorare qui nel 1978 quando il mondo era un’altra cosa.

Manuel Rigotto invece ha 19 anni. Lavora dall’anno scorso, e anche lui è aggrappato alla speranza di non vedersi togliere quanto di più importante un giovane oggi possiede: un’occupazione, sia pur con contratto a termine della durata di tre anni: è già molto, di questi tempi.

Daniele Leonarduzzi è uno dei vecchi dell’azienda: conosce ogni segreto di questa enorme fabbrica che occupa parte del fondovalle e che non nacque qui a Cuvio, bensì poco più in alto, ad Azzio. Ha lavorato, Daniele, in diverse mansioni fino a poter raccontare quando le cose cominciarono a non girare più dal verso giusto, nonostante le capacità dei dipendenti.

L’azienda non è stata il fiore all’occhiello della valle solo per modo di dire: fu all’avanguardia per i sistemi di depurazione e la centrale termica è ancora oggi moderna. I sistemi di lavorazione e soprattutto le maestranze sono qualificate: a conferma di ciò gli stessi vertici aziendali che lo hanno sottolineato alla delegazione di sindaci: “Qua c’è gente con alta professionalità”, hanno detto.

E allora? Una frase per tutte, fra quelle pronunciate oggi traduce le speranze di Daniele e di Manuel e di tanti altri che oggi proprio speravano di non dover tenere le mani in tasca e la sigaretta in bocca guardando da un’insolita prospettiva le ciminiere della loro azienda. La frase l’ha pronunciata un sindacalista “Se piano dev’essere, che piano sia, ma che rilanci l’azienda senza devastarla”.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Ottobre 2015
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