Franchi (Federmeccanica): “Ripresa flebile, va consolidata”
Il direttore di Federmeccanica, in visita ad alcune aziende del Varesotto, ha commentato i dati economici positivi ma ha messo in guardia: "Stiamo entrando in una nuova fase in attesa delle ripercussioni della crisi cinese e della Wolkswagen"
Una giornata tra le eccellenze della metalmeccanica del territorio è quella che ha vissuto Stefano Franchi, direttore di Federmeccanica, che ha visitato la Whirlpool di Cassinetta di Biandronno, la Cesare Galbadini di Cardano al Campo e la Btsr di Olgiate Olona. Tre tra le tante perle del tessuto industriale varesotto in un settore che sta invertendo la tendenza e comincia a vedere qualche segno più tra gli indicatori economici complessivi ma che non può ancora dirsi al sicuro dopo anni di crisi e nuove avvisaglie di instabilità internazionale con la frenata cinese e quella che arriverà dalla Germania dopo lo scandalo Wolkswagen.
Certamente il +5,7% fatto registrare nelle’export nei primi 7 mesi del 2015 sono una base dalla quale partire con un 66% di imprese che ha fatto registrare anche un aumento della produzione. Altri dati positivi arrivano dai vari comparti con quello dei macchinari che cresce del 12,5%, quello della metallurgia con un +4,3%, apparecchiature elettriche in crescita del 4,7%, prodotti in metallo +3,9%, computer e apparecchi di misurazione su del 3,1%, mezzi di trasporto in salita dell’1,5%, autoveicoli +4,1%.
Dati che Stefano Franchi commenta positivamente ma con una certa cautela, vista la situazione internazionale altalenante: «Non possiamo più parlare di crisi ma di transizione verso una situazione nuova dove non ci sono più certezze – ha detto il direttore di Federmeccanica – dopo le visite di oggi sono ancor più convinto che i nostri imprenditori stiano facendo la loro parte per continuare a competere sui mercati internazionali ma è il governo che deve fare la sua parte tagliando le tasse sui profitti che in Italia raggiungono quota 63% mentre nel resto d’Europa la percentuale si attesta al 40».
D’altra parte, a confermare la situazione ancora traballante c’è un dato, quello delle ore di cassa integrazione che è tornato a salire anche in provincia di Varese, nel mese di luglio. La strada è ancora lunga.
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