La vittima: una vita al limite, tra droga e furti
Wiliam Trunfio era ben conosciuto alle forze dell'ordine, a febbraio un episodio a Niguarda. Si era trasferito a Varese, ma spesso era nella zona
Una vita problematica, dipendenze da stupefacenti, una serie di reati anche recenti. Poi un giorno e una notte di rapine e fuga che l’hanno portato alla morte. William Trunfio – il 39enne morto in via Pietro Micca, colpito dai carabinieri dopo la fuga e dopo aver tentato di investire un militare – era originario di Cassano Magnago, nato a Gallarate e rimasto ufficialmente a Cassano fino al 2009, quando si è trasferito a Varese. Almeno ufficialmente, perchè in realtà si vedeva spesso in zona. Aveva a Cassano anche alcuni parenti.
«Un ragazzo cresciuto a Cassano, con una vita con problematica sotto vari punti di vista, aveva anche problemi di dipendenze» conferma il sindaco di Cassano Magnago Nicola Poliseno. «La notizia ci lascia a bocca aperta. L’avevo visto sabato scorso in piazza a Gallarate, sono sbigottito» dice ancora Poliseno. «Sono umanamente dispiaciuto, anche se certo ha compiuto atti gravi. La mia solidarietà va ai carabinieri che l’hanno fermato e sono rimasti feriti» (uno ha riportato ferite gravi agli arti inferiori, l’altro è sotto shock).
Trunfio era comparso sulle pagine dei giornali anche nell’inverno scorso, quando a febbraio era stato fermato dalla vigilanza interna dell’ospedale Niguarda di Milano: era stato trovato in possesso di un iPhone rubato ad un paziente, ma secondo le testimonianze degli operatori sanitari mangiava anche in mensa e forse aveva passato alcune notti in ospedale, dormendo in astanteria. Allora era stata richiesta anche una perizia psichiatrica ed era finito ai domiciliari.
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