Rapinatore ucciso, legittima difesa o omicidio?

Un solo colpo al collo avrebbe ucciso William Trunfio, il 39enne morto nella notte tra lunedì e martedì scorso al termine di un inseguimento per le vie di Gallarate, terminato in via Micca dove il rapinatore ha investito un carabiniere spezzandogli una gamba. Nessun colpo di avvertimento avrebbe preceduto quello mortale.

La delicata ricostruzione di quanto avvenuto in quella via, nella zona residenziale di Crenna, è stata affidata al sostituto procuratore bustocco Rosaria Stagnaro che sta ascoltando le versioni degli operanti e dei testimoni. Non è ancora chiara, infatti, l’esatta dinamica dell’inseguimento, del momento dell’investimento e dello sparo.

Proprio da queste verifiche scaturirà l’ipotesi di reato per l’apertura del fascicolo e che spaziano dall’accusa grave di omicidio volontario fino all’eccesso colposo nell’uso legittimo di armi.

In base a quando e come è avvenuto l’investimento del carabiniere, alla posizione del collega che ha sparato e alla volontarietà di colpire il rapinatore in una zona vitale, si potrà stabilire se il militare abbia agito per uccidere o solo per difendersi.

Le uniche certezze al momento sono il fatto che sia stato esploso un solo colpo, che il Trunfio non sia mai sceso dall’automobile e che, nel momento dello sparo, l’auto era ancora col motore acceso e, quindi, ancora potenzialmente pericolosa per il carabiniere che ha sparato.