Riapre restaurata la casa di Alessandro Manzoni
È stata inaugurata martedì, ci ha lavorato per quattro mesi l'impresa Gasparoli, che a Milano ha firmato anche il restauro della Galleria Vittorio Emanuele
Poco più di quattro mesi di lavoro, quindici persone ogni giorno in cantiere, 5.800 metri quadrati di superfici interne e 1.400 di facciate esterne. Sono in breve i numeri del restauro che da martedì 6 ottobre ha riconsegnato a Milano una dimora storica e un museo di straordinaria rilevanza per la città: la casa di Alessandro Manzoni, dove lo scrittore ha vissuto per sessant’anni.
Promosso da “Casa del Manzoni” e finanziato dalla Fondazione Intesa San Paolo su progetto dell’architetto Michele De Lucchi, il restauro è stato effettuato dalla “Gasparoli restauri e manutenzioni”, azienda di Gallarate nuovamente impegnata in un intervento di grande rilevanza a Milano, a pochi mesi dalla conclusione dei lavori della Galleria Vittorio Emanuele.
Il restauro delle superfici interne ed esterne di Casa Manzoni è stato una operazione complessa che ha visto la presenza ogni giorno in cantiere di 15 persone – circa 9 donne e 6 uomini – tutti giovani assunti a tempo indeterminato dalla società fondata a Gallarate nella seconda metà dell’Ottocento. Il restauro, che ha previsto interventi su 5800 mq di superfici interne (di cui 1600 mq di decorazioni), oltre 300 mq di soffittature lignee a cassettoni, 250 mq di pavimentazioni storiche e 1400 mq di facciate, ha comportato l’impiego di oltre 12.000 ore di lavoro, tra la fine di maggio e la fine di settembre 2015.
Prima della fase di cantiere vera e propria è stata sviluppata una ricerca storica sull’edificio, oltre a un’indagine stratigrafica per individuare i diversi impianti decorativi nel tempo e una fase analitica di laboratorio necessaria per individuare la consistenza dei fenomeni di degrado e selezionare le tecniche di intervento. «Come ripeto spesso – commenta Paolo Gasparoli, architetto e docente al Politecnico di Milano – il cantiere di restauro è sempre un cantiere di conoscenza. Anche in questo caso è stato l’occasione per approfondire le vicende edilizie, gli studi sui materiali ma anche per mettere a frutto ricerche molto interessanti, come quelli di Enrico Venturelli, sulle decorazioni in terracotta della facciata».
Le attività di “manutenzione conservativa” sono state indirizzate sia alle superfici esterne in cotto e intonaco che su quelle interne dipinte. Caso di studi molto approfonditi sono state le facciate su piazza Belgiojoso e via Morone, caratterizzate dalle decorazioni in terracotta di Andrea Boni. Una particolarità che racconta una scelta significativa, che dà un grande valore storico all’edificio, spiega ancora Paolo Gasparoli: «La produzione artistica di Boni nella Milano e nella Lombardia del crepuscolo della dominazione austriaca, si costituisce come segno, insieme popolare e colto, il quale, attraverso la riproposizione di un linguaggio tipicamente italico, con le forme del Rinascimento e del Barocco, diviene interprete e manifesto delle attese risorgimentali. E infatti all’indomani dell’unità nazionale Manzoni, alto interprete della “rivolta lombarda”, volle adornare la propria casa con gli apparati decorativi in argilla rossa su progetto del Boni».
A partire da queste considerazioni sono stati sviluppati rilievi analitici sui degradi dei cotti. Le superfici sono state quindi pulite, consolidate e integrate con calchi laddove mancanti. Sulle superfici interne, caratterizzate da vari tipi di decorazione su supporti diversi, i restauratori hanno proceduto ad operazioni di preconsolidamento delle superfici degradate e alla pulitura delle superfici dipinte. Successivamente si è proceduto al consolidamento della pellicola pittorica, alla stuccatura delle lesioni e alla integrazione pittorica delle lacune.
Casa Manzoni è solo l’ultimo degli interventi di restauro che ha portato la Gasparoli a lavorare nel contesto di Milano: fondata più di 150 anni fa, a partire da una famiglia di decoratori, è oggi una tra le Aziende di restauro più antiche d’Italia e all’ombra della Madonnina – è proprio il caso di dirlo – ha appena completato anche gli interventi sulla Galleria Vittorio Emanuele (che avevamo raccontato qui), alla Ca’ Granda oggi sede dell’Università Statale e al Teatro Filodrammatici, edificio storico di grandissima rilevanza dal punto di vista architettonico, uno dei primi esempi di Liberty in Italia. Ma dentro a Milano hanno lavorato anche su una serie di monumenti (tra cui quello, celebre, a Costantino) e sulla medievale Porta Ticinese.
Dentro il cantiere #CasaManzoni: prima e dopo il lavoro su superfici dei nostri restauratori https://t.co/1gq1gr9GNl pic.twitter.com/a6BF3CYWm3
— Gasparoli Restauri (@GasparoliSrl) 7 Ottobre 2015
Un aspetto interessante è anche quello delle professionalità interne all’azienda: alla Gasparoli lavorano oltre quaranta persone (molte donne), tutte assunte a tempo indeterminato, con un continuo aggiornamento interno sul piano tecnico e culturale. «La nostra impresa, grazie ad una attenta politica della qualità, in questi anni di profonda crisi, è riuscita a reggere le sfide del mercato mantenendo intatta la struttura operativa e, anzi, aumentando il personale di qualche unità» commenta Marco Gasparoli, che ha diretto il cantiere di Casa Manzoni . «Ora sarebbe bene che tutti questi importanti cantieri, sui quali abbiamo lavorato con passione negli anni, vengano adeguatamente conservati con manutenzioni e “cure” costanti e programmate per garantire una migliore conservazione e per allontanare nel tempo la necessità di un nuovo restauro». Il riferimento non è casuale, perchè la Gasparoli sta investendo molto su piani di manutenzione programmata, «con uno specifico ramo d’azienda per far fronte a questi problemi di grande attualità».
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