Sc Antoniana, la scuola calcio è come una famiglia
I dirigenti della società di Busto, "alma mater" di Eros Pisano organizzano iniziative per coinvolgere i genitori. «Giusto partecipino alla vita sportiva dei figli»
«Siamo l’unica scuola calcio qualificata di Busto Arsizio, diffidate dalle imitazioni». Parola dei dirigenti dell’Antoniana, tanto per evitare fraintendimenti. Il club giallorosso nasce nel 1952 grazie all’impegno di don Leopoldo Crespi, un frate dell’oratorio Antoniano che pensò bene di convogliare in una società i tanti ragazzi che giocavano a pallone nel campetto dell’oratorio.
Dopo 63 anni la missione dell’Antoniana non è cambiata. I giovani sono sempre il primo pensiero e da giugno i bustocchi giallorossi hanno fatto il salto di qualità, ottenendo la certificazione di “Scuola calcio qualificata”. «Abbiamo fatto richiesta anche per diventare “Scuola calcio d’élite” – spiega il team manager Giuseppe Abenante – i requisiti non ci mancano». Nello staff giallorosso Giuseppe è un collante tra società, atleti e genitori. L’attività dell’Antoniana infatti è caratterizzata dall’attenzione verso papà e mamme dei baby calciatori.
«Il genitore deve essere presente nella vita calcistica del figlio e sta alla società creare occasioni di incontro che vadano al di là della partita della domenica. Per questo organizziamo spesso serate e cene a tema, dove si respira davvero un bel clima. Qui al campo di via Cà Bianca abbiamo allestito un’area al coperto per accogliere ospiti e genitori, che mettiamo a disposizione per feste di compleanno e altri eventi». Mentre parliamo fervono i preparativi per la cena a base di mele e ci raggiunge il direttore tecnico Antonio Furlan. «Dalla prima squadra ai Piccoli amici abbiamo 230 ragazzi – dice – che giocano e si allenano nei nostri impianti. Alcuni frequentano anche il corso di psicomotricità che si tiene alla palestra di Busto Arsizio».
Un clima familiare che coinvolge persino chi ha spiccato il volo verso la serie A. La carriera di Eros Pisano, difensore dell’Hellas Verona, è iniziata proprio dal campo dell’Antoniana prima di proseguire al Varese. «Viene spesso a trovare il direttore generale Mario Mantegazza e quest’estate si è allenato insieme ai ragazzi del 2001. Qui a Busto ha tanti amici e siamo felici che continui a venire da noi». Ma l’obiettivo dell’Antoniana non è quello di forgiare campioni a ogni costo. «Non mettiamo pressione ai nostri ragazzi – dice il presidente Francesco Cosentino – se poi esce fuori qualche bravo giocatore siamo noi stessi a consigliarlo alle altre società, non vogliamo lucrare su nessuno. L’importante è dare a tutti la possibilità di giocare e divertirsi attraverso un percorso completo».
Dall’attività di base e l’agonistica molti ragazzi infatti arrivano a giocare nella prima squadra, che milita in Prima categoria. «Per questo ci siamo affidati a un allenatore come Giovanni Canestrale, che lavora benissimo con i giovani». All’Antoniana hanno investito molto anche sulle strutture e ci sono novità in arrivo. «Abbiamo realizzato nuovi spogliatoi, per maschi e femmine, e un bagno per disabili. Ora stiamo lavorando per rinnovare i locali di bar e cucina e presto avremo a disposizione una sala riunioni».
FIGLI DI UN GOL MINORE – Tutti gli articoli della nostra rubrica sul “pallone nascosto”
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