Un aperitivo per sostenere la Bosnia

Nella sede delle Acli, venerdì 23 ottobre, la ong Ipsia presenterà i suoi progetti in favore di un paese ancora in gravi difficoltà

La marcia della pace a Srebrenica

Si ritroveranno questa sera, venerdì 23 ottobre, alle 18.30 nella sede della Acli in via Speri della Chiesa 9 a Varese. Sono i sostenitori di IPSIA Varese (Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli) che da anni opera per sostenere le popolazioni della Bosnia Erzegovina ancora in difficoltà dopo il terribile conflitto degli anni ’90: « Ci sono ancora famiglie che vivono in condizioni di povertà – spiega il presidente di Ipsìa Varese Filippo Cardaci – anche se molte hanno trovato la propria strada e hanno superato le difficoltà. Noi siamo un piccolo gruppo e promuoviamo a livello locale le attività della ong nazionale».

L’incontro servirà per conoscere ma anche per raccogliere fondi che verranno poi portati in Bosnia la prima settimana di novembre, dal 1° all’8 novembre, all’interno del progetto “Adotta una famiglia  : «Lo scorso anno, fummo coinvolti anche in seguito alle alluvioni che colpirono il paese. I nostri sforzi si concentrarono su un ospedale e un asilo a Maglaj e Toboj. Nel luglio scorso abbiamo partecipato alla marcia della pace che ricorda le vittime della strage di Srebrenica».

Tra il 1992 e il 1997, in seguito dello scoppio della guerra nell’ ex – Jugoslavia, un gruppo di volontari si unì e cominciò un’intensa attività di sostegno verso i profughi Bosniaci e Croati che erano ospiti del campo di Hrastnik, in Slovenia. “Un sorriso per la Bosnia”, questo il nome del gruppo, raccoglieva e consegnava di persona generi di prima necessità ai profughi ospiti del campo. Il gruppo successivamente è diventato parte di IPSIA Varese (1998), occupandosi di volontariato e cooperazione all’estero.

In seguito al ritorno nelle proprie terre dei profughi e alla chiusura del campo avvenuta nel 2003, IPSIA Varese avviò il Progetto “Adotta una famiglia” con l’obiettivo di fornire un aiuto materiale e finanziario alle famiglie rientrate nelle case ma che necessitavano di tutto per ricominciare una vita normale. Nel tempo, oltre al sostegno diretto alle famiglie, sono stati realizzati diversi progetti, in particolare: “Una caldaia per l’asilo di Maglaj” (2002), il “Finanziamento di apparecchiature per la dialisi” donate all’ospedale di Odjak (2004), “Emergenza alluvione in Bosnia” (2014).

La marcia della pace a Srebrenica

A vent’anni dalla fine del conflitto, la Bosnia è ancora un paese in difficoltà, diviso in tre parti con ancora attriti tra le tre etnie religiose principali. Il paese ha ancora notevoli difficoltà economiche con un apparato industriale non ancora rinato dalle macerie della guerra; l’economia è ancora per lo più basata sulla tradizione rurale e artigiana.

Per questo il progetto “Adotta una famiglia” è continuato e, nel tempo, molte famiglie italiane sono state gemellate con quelle bosniache. Le donazioni raccolte vengono consegnate personalmente dai volontari del gruppo alle famiglie, verificando di volta in volta anche il reale stato di necessità e assicurando così alle famiglie italiane donatrici un effettivo impatto del loro contributo.

La consegna delle donazioni nel prossimo viaggio di novembre sarà anche l’occasione per avviare un nuovo progetto a sostegno dell’ospedale di Odjak, una struttura con danni derivati dalla guerra ed ormai fatiscente.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Ottobre 2015
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