“Bella la Cina, ma non ci vivrei”
Sono rientrati dalla Cina gli studenti dell'Isiss Daverio Casula. Ospiti di uno dei più prestigiosi licei di Pechino, hanno conosciuto diversi volti della società
Sono tornati sabato scorso gli studenti dell’Isiss Daverio Casula che hanno trascorso dieci giorni ospiti del liceo di Pechino High School Affiliated to Renmin University. Un’attività, lo scambio con il paese asiatico, che si rinnova da 10 anni e che vede i ragazzi cinesi arrivare in primavera.
I giovani studenti varesini ( Sara, Edoardo, Maddalena, Micaela, Giacomo, Sara, Elisa, Gianluca, Laura, Gaia e Andrea) sono partiti alla scoperta di un mondo nuovo: « Eravamo preparati grazie ai racconti dei compagni più grandi che lo hanno fatto lo scorso anno – dicono – avevamo anche ospitato i cinesi a casa nostra. Essere a Pechino, però, è tutta un’altra cosa»
C’è chi è partito curioso di assaggiare spiedini di cavallette, zuppa di ragno o bistecche di scimmia: « Non siamo riusciti, però. Non abbiamo mangiato nulla di estremamente particolare. Certo che la cucina a Pechino è completamente diversa dai ristoranti cinesi che ci sono in Italia. È decisamente più buona».
Accompagnati dai docenti Valerio Negri e Licia Ambrosetti, i varesini hanno preso le misure di un mondo davvero differente: « Forse perché siamo gemellati con uno dei licei più prestigiosi del paese, abbinato a un’università esclusiva, ma i nostri coetanei vivono con un livello di competizione elevatissimo. Sono sempre in gara, sempre impegnati a migliorarsi. Non partecipano ad alcuna attività se non sanno di poter vincere. La scuola è aperta anche di sera o di domenica e trovi sempre chi sta studiando, sta facendo laboratorio, ricerche. A ciclo continuo…»
E il tempo libero? « Ne hanno davvero molto poco. Lo trascorrono studiando, pochi si concedono qualche distrazione: vanno al cinema, passeggiano nell’unica collina dove lo smog non arriva o si dedicano ai propri hobbies».
L’esperienza dello scambio è rimasta limitata: « Noi eravamo sempre in giro da soli con una guida messa a disposizione dalla scuola. Abbiamo visto molti volti di Pechino che, però, è una città enorme con spazi infiniti, strade gigantesche e un traffico pazzesco che riesce incredibilmente a gestirsi in modo anarchico. Abbiamo visitato luoghi turistici, centri commerciali ma anche il quartiere storico salvato dalla trasformazione urbana per mantenere un legame con le proprie radici: è il luogo più affollato anche dai cinesi che qui si riconoscono e si ritrovano».
L’incontro con i compagni cinesi è stato sporadico. Ospiti per tre giorni in famiglia c’è chi ha stretto amicizia ed è andata al cinema e chi non ha mai nemmeno visto il suo ospite, come Edoardo, capitato in un famiglia ricchissima che lo ha trattato come un principe ma senza mai incontralo di fatto.
Più che un viaggio di studio si è trasformata in una bella e interessante vacanza: « Siamo contenti di esserci andati ma non ci vivremmo. Al massimo un mesetto per capire qualcosa in più. Troppa ansia, troppa competizione, troppo rigore. Non tutti, però, sono a livelli alti: ci siamo spesso ritrovati in difficoltà perché nessuno conosceva l’inglese. Stiamo parlando anche di ventenni che non sanno una parola di inglese. In compenso, i bambini delle elementari ci hanno fatto da ciceroni in alcuni quartieri di Pechino, sfoggiando un inglese perfetto».
I ragazzi del Daverio Casula raccontano una Cina dai mille volti: dal caos del quartiere popolare alla perfezione dei 4000 studenti in riga ad ascoltare l’alza bandiera della scuola. Un mondo complesso e variegato. Un po’ rigido per i nostri gusti europei.
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