Da Varese a Berlino, per costruire nuovi ponti per le imprese
Confartigianato Varese, Provex e Univa hanno partecipato al 50esimo Simposio Acquisti e Logistica in Germania. Sul tappeto le sfide del futuro: digitalizzazione, catene di approvvigionamento, partnership ad alto valore
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Alla Germania piacciono le imprese italiane perché sono validissime in fatto di serietà, affidabilità, qualità del prodotto. Dunque, perché non costruire nuovi contatti e consolidare quelli che già esistono?
La 50esima edizione del Simposio Acquisti e Logistica che si è tenuto pochi giorni fa a Berlino, per Confartigianato Imprese Varese, Provex e Unione degli Industriali della provincia di Varese (unica delegazione italiana presente), si è trasformata in occasione importante per affermare nuovamente le potenzialità delle imprese italiane e la loro vocazione all’export. E per sottolineare l’impegno e l’attenzione con i quali le associazioni varesine vogliono implementare sempre più le loro azioni a favore delle imprese della provincia di Varese spingendo sulle sfide che si è posto lo stesso Simposio: l’uso strategico della digitalizzazione, il potenziamento delle catene di approvvigionamento internazionali, l’espansione di partnership ad alto valore aggiunto.
“Costruire ponti” era il tema conduttore dell’incontro: costruire relazioni, rapporti, collaborazioni, contatti. E questo è quello che è stato fatto: approfondire la conoscenza del mondo imprenditoriale tedesco, che da sempre dimostra di apprezzare quell’attenzione al cliente e il “ben fatto” tipico delle imprese italiane, e realizzare una partnership di lungo periodo con le istituzioni e gli imprenditori tedeschi per poter offrire alle nostre aziende nuove opportunità di crescita sui mercati internazionali.
La Germania, mercato particolarmente esigente e fra i principali per le esportazioni del Bel Paese (da gennaio a giugno 2015, le importazioni dal Paese sono aumentate del 2,9%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un volume di acquisti tedeschi dall’estero pari a 471,4 miliardi di euro) considera il Made in Italy un vero valore aggiunto dei prodotti e dei servizi delle nostre aziende. Se a questi aggiungiamo il rispetto delle scadenze e la cura del dettaglio, si può ben capire perché le aziende italiane rappresentino per quelle tedesche un punto di riferimento.
Le piccole e medie imprese italiane sono un quarto delle piccole imprese esportatrici in Europa (più delle tedesche, che sono il 14,5% del totale europeo) e rappresentano ben il 90% del totale delle imprese manifatturiere esportatrici nel nostro Paese. La Germania, inoltre, è la prima economia dell’UE con un PIL che rappresenta il 29% di quello dell’Eurozona e il 21% di quello dell’Europa a 28.
D’altronde, i b2b ospitati quest’anno alle Ville Ponti di Varese nel mese di settembre avevano già messo in evidenza quanto l’eccellenza nell’ideazione, ingegnerizzazione e progettazione nelle imprese italiane fosse particolarmente apprezzata dai buyer tedeschi. Il Simposio di Berlino, poi, è un punto di incontro che da 50 anni mette a stretto contatto fra loro l’imprenditoria e i vertici del Governo tedesco per sottolineare quanto la collaborazione tra i Paesi sia fondamentale per lo sviluppo dell’economia.
Questo concetto trova forza, ancora una volta, nei numeri: da gennaio a giugno 2015, l’Italia ha occupato il quinto posto tra i primi 20 paesi fornitori della Germania dopo gli Stati Uniti. Ciò conferma la grande complementarietà fra le due economie e rispecchia i rapporti di subfornitura esistenti, talmente consolidati da poter essere qualificati come relazioni di mutua dipendenza.
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