Dal Ferraris a PepsiCo: Mauro Porcini torna al liceo
Uno dei più quotati designer al mondo sarà ospite dello scientifico varesino. Lui, ex studente, parlerà ai ragazzi invitato dall'associazione ex Alumni
![mauro porcini](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2015/11/mauro-porcini-496146.610x431.jpg)
Dopo Valentino arriva Mr Pepsi. L’associazione ex Alumni del liceo Ferraris di Varese propone un nuovo nome di prestigio da presentare agli attuali studenti impegnati nella scuola di Masnago. Giovedì mattina arriverà Mauro Porcini, attuale Chief design officer alla PepsiCo. Stiamo parlando di uno dei designer più contesi al mondo, inserito nella lista dei “40 under 40”, la classifica delle stelle emergenti nel mondo del business stilata dal magazine Fortune. Una lista che conta anche personaggi del calibro di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook o Larry Page di Google. Insomma, uno che conta davvero.
Giovedì ritornerà alla sua scuola. Varesino di Bizzozero, ha accolto l’invito a raccontare ai ragazzi la sua storia professionale. Una storia iniziata a Milano: dopo gli studi al Politecnico, Porcini iniziò a lavorare per Philips per poi diventare socio di Claudio Cecchetto, con progetti innovativi legati allo show-business e al web.
La successiva collaborazione è con la 3M ( quella dei Post it). L’ idea fissa è quella di lasciare la sua traccia nel mondo del design. L’obiettivo viene presto centrato e la sua fama come creativo cresce velocissima. Così, quando la PepsiCo decide di investire nel design e nell’immagine, il nome di Porcini appare quello vincente.
I suoi 39 anni di sogni, ambizioni, lavoro, impegno e creatività verranno raccontati ai ragazzi ancora all’inizio della carriera.
In un’intervista, ricordando la sua storia, Mauro Porcini raccontò: « Quindici anni fa andai ad una mostra alla triennale di Milano sui giovani designer e mi ritrovai davanti ad un’età media di 50 anni. All’epoca aveva poco più di 20 anni e pensai che non potevo aspettare ancora 30 anni per far parte di quel mondo. Cose del genere nella cultura anglosassone non esistono. Io credo che ai nostri giovani dobbiamo dare più fiducia, risorse e merito».
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