Gualtiero Marchesi: “Non chiamatemi Maestro”

Platea gremita a Ville Ponti per lo chef più famoso del mondo che dice: "La creatività, in cucina come altrove, non si può ricercare: o ce l'hai o non ce l'hai"

Glocalnews 2015
La sua è una “vocazione alla formazione”, ma non chiamatelo Maestro. Gualtiero Marchesi è stato accolto da una platea gremita a GlocalNews sabato sera a Ville Ponti  e ha messo subito in chiaro che «la creatività, in cucina come altrove, non si può ricercare: o ce l’hai o non ce l’hai».

Marchesi, intervistato da Anna Prandoni, ha così ripercorso le origini dei piatti che lo hanno reso celebre in tutto il mondo. Una passione per la cucina che nasce da lontano e che lo ha visto creare piatti con influenze da tutto il mondo, Cina e Francia in testa. Per il più celebre degli chef «la cucina è la più grande delle arti» perché lo chef mischia creatività e scienza in quella che Marchesi definisce «chimica per intuizione». 

 Uno studio incredibile quello che c’è dietro ogni singolo piatto che lo ha portato a realizzare la grande opera de La Cucina Italiana, un’antologia che raccoglie le tipicità delle cucine regionali italiane, riviste in chiave moderna.

E la serata, inserita nel ciclo di incontri del percorso di Glocal Cibo, ha proprio cercato di fare questo. Con la complicità di Silvia Giovannini, l’archeologa culinaria Samantha Cornavierà ha spiegato il contesto in cui sono nate alcune ricette del territorio: il filetto di lepre liberty e il pollo in crosta alla lombarda. Sono stati poi gli chef Francesco Testa de “la tana dell’orso” e Matteo Pisciotta del ristorante “luce” a cucinare sul palco i piatti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Novembre 2015
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