Tessile, un progetto per la sostenibilità
Attribuito un riconoscimento a 47 aziende che da 20 anni operano con una delle principali certificazioni. L’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio e realizzata da Centrocot in un workshop

«Oggi più che mai, nell’esperienza delle mia come di tante altre aziende, la sostenibilità si traduce con il termine profitto» è una testimonianza forte quella di Andrea Crespi, presidente della commissione Sostenibilità e Rierca & Sviluppo di SMI-Federazione Tessile Moda, intervenuto questa mattina (10 novembre ndr) a Gallarate durante un convegno organizzato per fare il punto della situazione su un’iniziativa che, promossa e sostenuta dalla Camera di Commercio, vede l’attuazione da parte di Centrocot. Come hanno ricordato in apertura il presidente e la direttrice dello stesso Centrocot, rispettivamente Mario Montonati e Grazia Cerini, questa “Giornata della Sostenibilità” ha permesso di affrontare un tema decisivo per il futuro del sistema tessile-moda-abbigliamento varesino. «Un sistema che, sebbene abbia dovuto fare i conti con le conseguenze dell’aspra congiuntura economica e con una concorrenza internazionale spesso beneficiaria di condizioni più favorevoli in termini di normativa ambientale e di costi del lavoro, riesce tuttora a esprimere competitività sui mercati di tutto il mondo con le sue eccellenze. Stiamo parlando di 2mila imprese con i loro 16.500 collaboratori» ha detto Fabio Lunghi, componente di Giunta della Camera di Commercio.
(foto sopra: lo staff del Centrocot)
Entrando nel dettaglio, cosa significa sostenibilità per questo settore? In primo luogo, in ambito strettamente tessile, il concetto spazia dalla sostenibilità di prodotto, con la stesura di liste di sostanze soggette a restrizioni, a quella di processo, laddove si mira a controllare gli impatti ambientali degli impianti produttivi e di distribuzione. Particolare attenzione è però posta da Centrocot anche ai problemi collegati alla sicurezza dei materiali a contatto con gli alimenti: è il caso, per esempio, dei teli utilizzati nella panificazione e dei tessuti per la filtrare i prodotti dell’industria casearia.
Non manca poi uno sguardo al tessile per arredamento come pure alle pitture e alle vernici e in genere ai materiali da costruzione che possono influenzare la qualità dell’aria all’interno delle abitazioni e degli uffici. In questo caso, Centrocot ha messo a punto un sistema che permette di individuare sostanze indesiderate, alcune con provato effetto cancerogeno, come benzene, idrocarburi aromatici e formaldeide.
Sempre in questo progetto “sostenibilità” entra in gioco anche il settore pelle e cuoio, dove l’Italia copre circa il 65% della produzione europea. Viene così offerta la possibilità di analizzare, sulla base delle normative nazionali e internazionali, le performance dei prodotti con i loro requisiti eco-tossicologici.
Che l’attenzione verso la sostenibilità non sia soltanto un elemento recente per il nostro settore tessile-moda-abbigliamento lo dimostra poi il fatto che, durante il convegno gallaratese, a 47 imprese sia stato consegnato un riconoscimento per i 20 anni di attribuzione della certificazione Oeko Tex Standard 100, uno dei più importanti marchi di qualità.
Sempre l’incontro di questa mattina è stata anche l’occasione per segnalare l’avvio entro la fine di novembre del nuovo corso biennale post-diploma per tecnici dell’innovazione tessile. Un progetto formativo di Centrocot fortemente sostenuto da imprese ed enti che, richiedendo personale ad alto profilo per la propria attività, hanno anche stanziato risorse per garantire borse di studio ai giovani partecipanti.
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