“Un fenomeno come Valentino merita rispetto e ammirazione”
Parla Marco Belli, varesino, "istruttore" del Dottore sui circuiti di dirt track. «La Dorna doveva affrontare le incomprensioni prima del Gp di Sepang»

Valentino Rossi, sulle due ruote a motore, è un fenomeno unico al mondo e i nove titoli mondiali – che domenica potrebbero diventare dieci – sono lì a dimostrarlo. Il “Dottore” va forte anche con le auto da rally, con le moto da cross e delle altre discipline da fuori strada, ma per completare la sua collezione ha imparato nel tempo anche i segreti degli ovali del flat track. Per farlo però si è rivolto a uno dei migliori istruttori d’Italia del genere, che è rigorosamente targato Varese.
Nella foto Valentino Rossi, il giornalista Gary Ilman e Marco Belli.
Marco Belli, 44 anni, ha vinto in carriera gare e campionati di flat track anche all’estero e ora è il responsabile della “Di Traverso School” (sarà anche al prossimo Eicma di Milano) con cui organizza corsi di avviamento e perfezionamento per gli amanti di una disciplina difficile e spettacolare. Marco in passato ha collaborato anche con il padre di Valentino, Graziano Rossi, per il progetto della moto “Zaeta” ed è amico personale della famiglia di Tavullia, tanto da partecipare spesso alle gare che il Dottore organizza al celebre “Ranch” dove raduna e fa correre sullo sterrato gli amici/colleghi.
Marco, cosa ne pensa di tutto quello che ha scatenato l’incidente di Sepang tra Rossi e Marquez?
«La cosa che più mi dispiace è che dopo quell’episodio si è parlato poco di sport e moltissimo delle polemiche. Credo che per certi versi i piloti siano incolpevoli, e mi spiego: la Dorna sarebbe dovuta intervenire prima che la situazione degenerasse. C’erano state le parole di Valentino prima della corsa, come anche una nota della Yamaha che è stata ignorata: era necessario alzare la soglia di attenzione e invece nell’organizzazione nessuno si è mosso, così il bubbone è scoppiato. Cancellare la solita conferenza stampa congiunta prima del Gran Premio di Valencia è stato ancora peggio: i piloti non si vedranno, non avranno la possibilità di un chiarimento».
Qualcuno (pochi) anche in Italia, ha subito approfittato dell’accaduto per dare contro a Rossi, definito un “finto simpatico” nella migliore delle ipotesi. Lei lo conosce bene, ci garantisce la sua “purezza”?
«Preferisco non dare giudizi troppo personali, sarei di parte perché Vale è mio amico da tempo e perché anche di recente ho avuto prova delle sue qualità umane. Mi limito a dire che a 36 anni ha ancora una voglia matta di correre, di stare davanti a tutti, di provare a vincere ai massimi livelli. E poi porta in alto l’Italia nel mondo come pochi altri: credo che davanti a questa figura bisognerebbe avere almeno rispetto se non ammirazione. Infine dico anche che una sportellata del genere, in Superbike, sarebbe passata sotto silenzio».
In pista non ha praticamente rivali. In sella alle moto per il “traverso” invece, Valentino come va? Chi vince le vostre sfide?
«Nell’ovale puro e “sporco” per fortuna riesco ancora a dire la mia contro di lui, anche se ormai sono una vecchia gloria. Però Vale ha imparato bene e sono fiero che si sia rivolto anche a me per migliorare la sua guida in quel tipo di circuiti. Partecipare alla “Americana” che organizza ogni anno al Ranch è sempre molto bello: riuscire ad arrivare in finale è per me fantastico».
Domenica è il grande giorno di Valencia: ha già deciso dove e come seguire la gara?
«Mi sarebbe piaciuto andare in Spagna ma non è stato possibile. Quindi penso proprio che guarderò il Gran Premio con la mia famiglia, e credo che resterò il più possibile in rigoroso silenzio. A casa vogliamo tutti bene a Vale, anche i miei figli che lui ha fatto giocare in diverse occasioni. Sarà una giornata molto intensa per noi: tifiamo Rossi e speriamo che prima di tutto vinca la sportività».
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