Una folla saluta Pietro Venanzi a Volandia: “E’ morto da eroe”
Tremila hanno presenziato alle esequie del collaudatore di Agusta Westland che si sono svolte nel piazzale di Volandia davanti alla cappella Caproni
«Pietro Venanzi è un eroe perchè ha evitato una strage, lo sanno bene gli abitanti di Santhià». Marco Reguzzoni ha ricordato così questa mattina, sabato, il collaudatore dell’Agusta Westland morto nell’incidente aereo in cui il convertiplano che stava collaudando è precipitato nelle campagne del centro del Vercellese.
Sono state dette molte parole toccanti, pronunciate da chi lo conosceva bene, durante le esequie che si sono svolte nella cappella Caproni all’interno del museo del volo di Volandia, luogo amatissimo dal pilota di Velletri che da molti anni ormai viveva stabilmente a Sesto Calende.
In prima fila nel piazzale, baciato da un cielo blu e una temperatura primaverile, c’erano Inger, la moglie di Pietro, i figli Matteo, Filippo, Lorenzo e la piccola Vittoria, i familiari più stretti e gli amici ma anche i vertici dell’aeronautica militare e di Finmeccanica, con il presidente Gianni De Gennaro, il presidente di Agusta Westland Giorgio Brazzelli e l’amministratore delegato Daniele Romiti. Presente anche il sindaco di Santhià Angelo Cappuccio. Attorno a loro 3 mila persone che non hanno voluto mancare all’ultimo saluto.
La funzione si è svolta in due parti: la prima di tipo religioso officiata dal parroco di Somma Lombardo Franco Galli Vanoni e la seconda laica con i ricordi delle persone più vicine a Pietro.
Hanno parlato il presidente di Volandia Marco Reguzzoni, il presidente del comitato scientifico del museo Claudio Tovaglieri che ha ricordato la sua passione per il museo del volo che ha seguito e supportato sin dall’inizio, il capo dei collaudatori di Agusta Giuseppe Afruni, il compagno di corso Marcello Vitale, l’amico Marco Locatelli e infine la stessa Inger.
La moglie di Pietro Venanzi, vestita di rosso, si è rivolta direttamente al feretro che conteneva le spoglie del marito con parole di grande amore che hanno toccato tutti i presenti: «Non preoccuparti, porterò avanti la nostra grande e splendida famiglia – ha detto Inger – i nostri figli saranno sempre abbracciati da gioia e felicità. Io ti sento vicino amore, sento la tua incredibile forza e passione».
La cerimonia si è chiusa con il volo radente di uno degli aerei preferiti di Pietro, il velivolo che spesso utilizzava per sorvolare i cieli della provincia che lo aveva adottato. La provincia con le ali che ora lo saluta per sempre, sapendo di aver perso un grande uomo e un grande professionista.
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