Una Varese colorata e partecipe
Il diario di una giornata del direttore in mezzo alle iniziative dei quattro candidati alle primarie per il centro sinistra. Cinque momenti diversi con il primo confronto faccia a faccia sulla cultura
Tra due settimane esatte si terranno le primarie del centrosinistra. Oggi ho dedicato l’intera giornata ai quattro candidati per scoprire anche da dietro le quinte come si stanno muovendo e organizzando. Faccio una scelta insolita e racconterò in prima persona, con una sorta di diario, quello che ho visto.
L’appuntamento del 13 dicembre, a suo modo, è un evento storico per Varese. Finora nessuno schieramento politico ha mai individuato un proprio candidato attraverso una consultazione popolare. Da qui una certa curiosità per capire come reagisce la città alle proposte dei “quattro moschettieri” delle primarie.
Dino De Simone
Ore 10 in teatro. Ho dedicato gran parte della mattinata all’iniziativa di Dino De Simone. Con lui dalle 10 alle 13, nella saletta del teatro Apollonio di piazza Repubblica, abbiamo affrontato un tema impegnativo: come immaginiamo Varese tra vent’anni. Una sorta di tavola rotonda a cui ho preso parte anche io insieme a Mauro Rivolta (architetto), Mauro Gervasini (critico cinematografico – direttore FilmTv), Marco Brusati e Pierdavide Montonati (Università LIUC), Maurizio Melis (giornalista Radio24), Vittorio Ballerio (imprenditore – Elmec), Massimo Crugnola (agricoltore), Lorenzo Fronte (sociologo – educatore).
Tre ore fitte con interventi interessanti in una sorta di brain storming per riflettere su scenari e progetti futuri. Urbanistica, agricoltura, dimensione sociale, cultura, tecnologia e nuovi assetti dei luoghi e del sapere sono stati fili conduttori grazie anche alle provocazioni dei due ricercatori della Liuc. Immaginarsi la città tra vent’anni non è per niente un esercizio semplice, ma durante l’incontro si sono messi a fuoco temi interessanti.
Dino De Simone si muove con uno stile inconfondibile. Sembra di vederlo sulla sua bicicletta anche quando si mette in giacca e cravatta. Trasuda passione ambientale e si presenta come il candidato “più a sinistra”, e che cerca un dialogo diretto con i giovani. In città stanno circolando le AgenDine, alcuni quaderni dove i ragazzi possono lasciare i propri commenti su ciò che non va e cosa vorrebbero per Varese. Carina la sua proposta di incontrarlo sul treno delle 7.46 per Milano che lui prende tutti i giorni per andare al lavoro. Energia, ambiente e ricerca sono i temi che mastica tutti i giorni. La proposta di oggi era in linea con il suo impegno da anni.
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Daniele Zanzi
Alle 14.30 mi sono spostato a Fogliaro, davanti alla chiesa di San Giuseppe,dove ci siamo ritrovati con Albertina Galli e il candidato di Varese 2.0 per un tour in mezzo alle ville e al liberty. Una camminata per scoprire un pezzo della storia della città fatta di arte e cura del territorio. Un racconto appassionato sulla scelta degli stili e sullo sviluppo urbanistico della collina sopra Sant’Ambrogio tra Velate e Oronco, subito sotto la prima cappella, nei primi decenni del Novecento.
Zanzi è un affabulatore. Come un virtuoso pifferaio magico ci ha fatto viaggiare lungo stradine secondarie che si inerpicano verso il Campo dei fiori e nascondono autentici capolavori artistici e naturali. “I giardini spesso sono su piani diversi – racconta l’esperto botanico – e hanno essenze diverse a nord e sud”. Attraverso le piante scelte si possono capire tante cose di una città. Zanzi ha così tanto amore e conoscenza che si potrebbe stare ad ascoltarlo ore e ore.
Lui è la vera novità delle primarie. “Non è stato facile decidere di aderire alla coalizione con il Pd per noi che ci battiamo da tempo per un impegno civico. Dopo queste settimane di campagna elettorale sono ancora più convinto della bontà della scelta fatta”. Zanzi si presenta con uno stile inconfondibile e parla un linguaggio chiaro e diretto. In questo periodo continua a incontrare cittadini soprattutto attraverso attività che lui coltiva da decenni e riscuote un grande successo ogni volta.
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Daniele Marantelli
Alle 16.15 sono arrivato di corsa al circolo di Giubiano. Lì il tempo sembra essersi fermato, ma sarebbe una lettura superficiale perché quando sono entrato ho trovato un salone pienissimo di persone. Oltre metà erano giovani che usano quello spazio per ritrovarsi a giocare insieme.
L’onorevole Daniele Marantelli ha raccolto un folto gruppo di persone intorno a un tavolo e ha raccontato il perché della sua scelta di candidarsi e quali sono i punti prioritari del suo programma. “Dobbiamo dare una svolta alla città. Io non frequento i salotti e non lo farò mai. Credo che sia necessario per Varese aprirsi dialogando con l’Italia e con l’Europa per tornare a diventare grande”.
Marantelli ha anche lui uno stile inconfondibile. Politico doc, ha fatto una carriera dentro le istituzioni prima in consiglio comunale, poi in regione e infine al Parlamento come deputato. Ricopre una carica importante come tesoriere del gruppo della Camera. Dei quattro è quello che ha maggiore esperienza politica e anche una provenienza sociale popolare e vuole mantenere queste sue caratteristiche anche nelle scelte delle azioni di queste settimane. Prende l’autobus per raggiungere i vari luoghi dove tiene gli incontri e predilige l’incontro diretto con le persone. Per lui stringere una mano vale più di cento like sulla sua pagina Facebook.
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Davide Galimberti
Ore 17.15 in una casa privata della zona di via Copelli. “Ne parlo con Davide” è una delle iniziative più interessanti e innovative di queste primarie. Ho chiesto a Galimberti di poterlo seguire in uno di questi suoi appuntamenti che lo vedono protagonista di incontri all’interno di abitazioni con piccoli gruppi di persone. Oggi è stato un momento con un tempo più corto del solito perché subito dopo c’era un altro impegno. Clima disteso e grande interesse. Davide non conosceva nessuno dei presenti ad eccezione del padrone di casa che aveva chiamato a raccolta alcuni amici e amiche. Un pubblico giovane e prevalentemente femminile. “Abbiamo accettato di partecipare perché non capita spesso di incontrare una persona che si candida alla guida della città”. È la risposta di una delle persone presenti all’incontro.
Davide Galimberti è il candidato che punta di più sul “volto giovane” della politica. Impegnato con il Pd ritiene che non vadano più bene persone valide per tutte le stagioni. È avvocato amministrativo e si porta dietro questa sua competenza anche nella campagna per le primarie. È preparato e conosce bene la macchina comunale e soprattutto i vari problemi e i conti dell’amministrazione.
Conta su un gruppo trasversale che lo sostiene ed è molto presente in città nelle varie iniziative che si susseguono anche oltre l’attività politica. Il suo motto è Vinciamo per Varese ed è molto determinato nel trasmetterlo. Sta usando tutti i mezzi di comunicazione elaborando anche proposte originali come il concorso fotografico su Instagram.
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Confronto sulla cultura
Ore 18.30 nella sede dell’Arci. La mia lunga giornata per le primarie si conclude con il più classico dei momenti. Per due ore i quattro candidati si sono confrontati con un faccia a faccia sul tema della cultura a Varese. Il reportage di questo incontro lo trovate qui.
Per quasi dieci ore mi sono immerso nelle attività dei quattro candidati attraversando gran parte della città dal centro a Sant’Ambrogio, fino a Giubiano per poi andare in zona stazioni. Una bella immersione dentro Varese come non mi succedeva da tempo. Da un forum a una lunga passeggiata, passando poi per il più classico dei circoli, per poi andare in una bella casa privata e per finire nella sede di una storica associazione culturale.
Tra tutto, nei cinque distinti momenti, ho incontrato oltre trecento persone. Attente, curiose e desiderose di vivere la città. Una Varese diversa da quella che viene spesso raccontata. Il centro sinistra, con una forte componente di dimensione civica, sta andando in mezzo ai cittadini nel vero senso della parola. Sembrano passati secoli da quando si arrivava a scegliere un candidato sindaco all’ultimo momento e dopo interminabili riunioni nel chiuso delle stanze e delle segreterie dei partiti.
Oggi i candidati sono molto diversi tra loro, ma hanno alcuni fili conduttori che li uniscono e sono ben emersi nel primo confronto diretto. C’è una attenzione alla dimensione popolare della città, coscienti però che le cose sono cambiate, e che ogni azione richiede come primo gesto reale l’ascolto e la chiarezza.
Il tre dicembre alle 21 al De Filippi si terrà il primo confronto pubblico generale tra i quattro candidati.
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