Zone Economiche Speciali a Varese: Ascom ci riprova
Le zone agevolate per le imprese della fascia di confine, oggetto di un progetto di legge parlamentare, rischiavano di essere dimenticate. Ma i commercianti tornano all'attacco
Mancano solo in Italia e in Grecia.
E in Polonia, dove ne hanno istituite 14, l’economia del paese è profondamente cambiata.
Sono le Zes, Zone Economiche Speciali, che in tutta Europa – e anche in varie zone del mondo – hanno dato una nuova spinta alle zone dei vari paesi che necessitavano di risollevarsi.
Come spiega la rivista Geopolitica:
Nei paesi dell’UE sono già operative circa 70 Free Zone del I e II tipo (la differenza sta nell’essere zone franche o Zes, le prime hanno un regime più semplice che non si pone l’obiettivo dell’attrazione degli investimenti) alcune delle quali preesistenti all’entrate nell’Unione dei rispettivi paesi ospitanti. La loro creazione è sottoposta ad un rigido meccanismo comunitario che tende ad accertare che gli incentivi previsti dalla Free Zone non sia assimilabili ad aiuti di Stato (proibiti dalla legislazione Comunitaria) e ci siano veramente quelle condizioni necessarie per poter richiedere la nascita della Zes e cioè che quel territorio o zona sia in una condizione di forte disagio economico ed occupazionale. Il tutto deve essere preceduto da una legge nazionale che ne preveda la costituzione su proposta di un Ente locale ma anche di un singolo cittadino o di una persona giuridica.
Anche in Italia ci sono delle proposte per la creazione di Zone Economiche Speciali: una arriva dalla Regione Lombardia e riguarda strettamente le nostre zone. La proposta di Legge parlamentare n.11/2014 riguarda infatti le zone della provincia di Varese al confine con la Svizzera: zone dove, negli ultimi tempi, c’è stato un preoccupante spostamento non solo di liquidi dall’Italia verso la Confederazione, ma anche di intere aziende. Una proposta di legge che Uniascom – Confcommercio Varese si è “presa a cuore” e che, a un anno e mezzo dalla presentazione, ha scelto di rilanciare.
Ma perchè proprio i commercianti, visto che le Zes favoriscono soprattutto l’economia industriale? «Il terziario è il settore “generalista” dell’economia – spiega il direttore di Confcommercio Varese, Sergio Bellani – Se le imprese non producono benessere, il terziario ne soffre: una delle voci che mancano all’appello nella ripresa dell’economia sono i consumi interni. Non sarà però l’associazione commercianti a rivolgersi da sola alle istituzioni: abbiamo bisogno del sostegno di tutto il comparto economico della provincia».
«Noi siamo partiti come Ascom Varese nei primi mesi del 2014, quando è stato lanciato il progetto di legge parlamentare – spiega Antonio Chierichetti, avvocato e consulente per l’associazione – Da allora questo progetto non ha fatto passi in avanti. Da qui parte questa nuova iniziativa: in Polonia il grande ricorso alle Zes ha lanciato l’economia polacca, ma anche Spagna Portogallo e Paesi Baltici sono coinvolti».
In questa nuova iniziativa, «Noi proponiamo Zes diverse per ogni area dello sconto Benzina, che è prevista nel primo progetto – spiega l’urbanista Giorgio De Wolf – Poi pensiamo di estendere a Malpensa, poichè il dehubbing ha determinato un grosso problema su quelle aree».
«La Zes potrebbe portare beneficio alle aziende, portando un po’ di sollievo per tutti – conclude Antonio Besacchi, della giunta di Ascom Varese – Noi, sostenendo questo progetto di legge, abbiamo deciso di non piangerci addosso e pensare al futuro. Poi decideremo che linea adottare, ma da soli non si può combattere»
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