Dal rischio di “cattura” alla solidità patrimoniale. Luci e ombre delle bcc
Alle bcc fa capo circa il 15 per cento degli sportelli. Alla fine del 2011 si contavano 411 banche di credito cooperativo, oggi sono diventate 371 per un totale di 37.000 dipendenti e 1.230.308 soci
In un documento sulle prospettive delle banche locali e di credito cooperativo, Carmelo Barbagallo, capo del dipartimento di vigilanza bancaria e finanziaria di Bankitalia, scrive che: «L’aspetto di maggiore vulnerabilità delle banche locali è rappresentato dal marcato deterioramento della qualità dei prestiti, per effetto, innanzitutto, di due pesanti recessioni dell’economia, ma anche di scelte gestionali e allocative rappresentative di un rapporto a volte non equilibrato con il territorio di insediamento».
I punti deboli delle bcc secondo la Banca d’Italia
sono tanti, a partire dalla scarsa dialettica all’interno dei board e assenza di effettivi contrappesi alle figure apicali, fattori che limitano la funzionalità degli organi, a cui si aggiungono le competenze non adeguate e non abbastanza diversificate, il limitato ricambio, anche generazionale, degli esponenti, il numero elevato di membri. È ancora, presenza frequente di conflitti di interesse, cui non corrisponde l’attivazione di efficaci processi interni di prevenzione e gestione, carenze dei meccanismi di pianificazione, che si riflettono in ritardi e scarsa lungimiranza delle scelte strategiche, debolezze nell’assetto dei controlli interni che, in assenza di adeguate risorse e professionalità, determinano il disallineamento dell’attività della banca rispetto alle strategie e alle politiche aziendali e ai canoni di sana e prudente gestione. Disfunzioni che spesso sfociano in situazioni di dissesto economico.
In particolare in quel documento si parla rischio di “cattura” rappresentato dal legame con il territorio, che teoricamente dovrebbe generare vantaggi informativi in grado di migliorare la selezione del merito di credito, ma può viceversa comportare condizionamenti tali da compromettere l’oggettività e l’imparzialità delle decisioni di finanziamento.
Dimmi quanti sportelli hai e ti dirò chi sei
Un quarto degli sportelli (14%) operanti nel paese appartiene a banche locali. Alle bcc fa capo circa il 15 per cento (4.450) degli sportelli bancari italiani .
L’aggregazione delle Bcc è già iniziata
Alla fine del 2011 si contavano 411 banche di credito cooperativo, dopo le prime operazioni di aggregazione a causa della recessione, sono diventate 371 (dato ufficiale del Bcc) per un totale di 37.000 dipendenti, 1.230.308 soci.
La qualità del credito
Nelle bcc l’incidenza dei crediti anomali sul totale dei prestiti è salita dal 10 al 17,5 per cento tra giugno 2011 e giugno 2014. L’accelerazione ha riguardato principalmente le sofferenze, più che raddoppiate (dal 4 al 8,4 per cento). La rischiosità dei prestiti delle banche locali, in passato più contenuta nel confronto con le altre banche, ha raggiunto livelli più elevati di quelli relativi all’intero sistema bancario (16,8 per cento), sostanzialmente allineati a quelli delle banche oggetto della verifica degli attivi da parte della Bce (17,4 per cento).
Il patrimonio
Il livello e la qualità del patrimonio delle banche locali restano più elevati della media nazionale. Sulla base dei dati di giugno 2014, il coefficiente relativo al capitale di migliore qualità delle Bcc (Common equity tier1 ratio) era pari al 15,6 per cento, un dato superiore alla media del sistema bancario italiano (12 per cento) e a quella delle banche significative (11,5 per cento). Tali dati vanno letti tuttavia in un’ottica prospettica, nella quale le debolezze strutturali del processo di formazione del reddito, il deterioramento nella qualità degli attivi e la necessità di allineare i tassi di copertura a valori più vicini alle medie nazionali potrebbero determinare un sensibile indebolimento delle condizioni patrimoniali, con effetti rilevanti per una fascia di intermediari più fragili.
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