Sacro Monte, con il Giubileo aggiustate almeno il piazzale

All’inizio degli Anni Novanta ci furono progressisti che sperarono di trovare effettiva disponibilità da parte della Lega Nord per un recupero all’attenzione dello sviluppo urbanistico: la città poteva coltivare il sogno di un rilancio basato anche su realtà di un patrimonio culturale costruito nel tempo e che potevano essere il centro d’attrazione o la caratteristica di ogni singolo quartiere.
Per il riordino urbanistico attraverso un piano regolatore fu un adorabile “terun” il professor Pietro Macchione ad avanzare concrete proposte. In tempi successivi egli come scrittore ed editore avrebbe fatto conoscere a fondo ai vecchi e nuovi bosini la loro città, ma al momento suggeriva riordino e sviluppo di rioni e castellanze basati appunto sulla valorizzazione dei loro aspetti di portata storica e artistica. Cioè per la futura Varese erano importanti le memorie, il cuore antico. Lo splendido progetto fu appena abbozzato e mai realizzato in un quadro generale di iniziative specificamente dedicategli.
Anche in quell’occasione Varese non completò a Santa Maria del Monte il percorso che portava a un futuro diverso pensato e molto bene avviato da un grandissimo concittadino come don Pasquale Macchi.
Dopo l’età dell’oro della prima metà del Novecento la nostra comunità accettò passivamente il declino globale della montagna, di poli grandiosi come il Sacro Monte e il Campo
Dei Fiori come riferimenti religioso, turistico, come oasi di pace e Santa Maria del Monte come borgo di una vivibilità accettabile per tutti gli abitanti.
Chissà che sarebbe successo senza l’azione rivoluzionaria e geniale prima dello stratosferico Furia e poi di don Macchi: altro che isola infelice dopo decenni di basso profilo che, come tali, registrarono in termini di accessibilità Il flop più clamoroso con la riattivazione di un ramo della funicolare in un deserto di vita e di idee.
Attenzione, l’immobilismo verso Santa Maria del Monte è stato anche di altre squadre succedutesi a Palazzo Estense, è un difetto antico ed endemico.
Quasi sette decenni sono trascorsi per tutti meno per coloro che per pregare o stare tranquilli in un ambiente ecologicamente accettabile, decidono di salire lungo un acciottolato che è storia, arte e fede.E una volta arrivati in cima incontrano molto di dimesso e pure abitanti dimenticati, demotivati.
A non percorrere mai la Via Sacra con passo da bersaglieri sono state le realtà civiche per le quali le innovazioni e i progetti di riqualificazione si sono sempre fermati alla sua base di partenza, alla Prima Cappella. Per il piazzale d’arrivo, dintorni e residenze e parcheggi compresi, l’attenzione se c’è stata non ha avuto la compiutezza necessaria.Come a dire che nel lungo elenco di grandi opere locali di rilievo incompiute, delle quali Varese detiene il fastidioso primato, Santa Maria del Monte sicuramente è ben piazzata.
Di recente l’ing. Michele Graglia, oggi presidente dell’Università di Castellanza – con uno straordinario servizio nella nostra Unione Industriali, terza per potenza in Italia- ha ricordato la necessità di un progetto unico, globale, per riannodare bene il Sacro Monte alla città e al mondo religioso nazionale e di oltreconfine. Un richiamo autorevole e che per certi versi potrebbe essere anche una proposta.
Intanto le notizie che arrivano oggi da lassù confermano la necessità di cambiare il civico passo anche sulla gestione delle piccole cose. Agli straordinari successi di chi nel cuore del borgo oggi è attivo in campo religioso e artistico, fa riscontro la distrazione penosa di chi si deve occupare dei servizi: tanto per cambiare il Palazzo, oggi in letargo dopo essersi spremuto per tentare di costruire un parcheggio sotterraneo alla Prima Cappella.
Arrivati al piazzale, in auto o con il bus, infatti non sfuggono allo sguardo le panchine rotte, l’assenza di cartelli indicatori per i due accessi al santuario,una situazione di insicurezza riguardo ai parcheggi, che potrebbero essere più numerosi e collegati elettronicamente perché gli ospiti abbiano immediatamente il punto della situazione.Un servizio del genere andrebbe a vantaggio di tutti, anche di coloro che gestiscono i locali pubblici. Non sembra, ma aree anche non grandi ma utili per il parcheggio di auto ce ne sono. Inoltre lo sbarramento della strada per le Pizzelle ha senso se adatto anche alle esigenze e non deve essere pilotato in base a norme che vengono da Varese e dettate a tavolino: la strada e relativo parcheggio vanno aperti sempre nei fine settimana e in occasione di eventi importanti, quindi devono essere gestiti con responsabilità precise assunte in loco, soprattutto in occasione di grandi eventi che vedono l’afflusso di auto.
Chiudere la strada quasi sempre significa negarsi molti posti auto, maltrattare turisti disabili, ingabbiare ancora di più un patrimonio Unesco veramente degno di tale riconoscimento.
Il 12 dicembre al santuario verrà aperta la Porta Santa per il Giubileo della Misericordia: non saranno pochi i fedeli che vorranno attraversarla per invocare serenità per se stessi e per il mondo intero che sta attraversando un momento molto difficile.Un mondo che senza misericordia rischia davvero di diventare una apocalisse.
Siamo poi sempre più vicini a Natale, il centro di Varese è illuminato, particolarmente i Giardini Estensi. Di luminarie al Sacro Monte non se ne parla, eppure è il nostro luogo più noto in Italia. Vero che Masnago con i suoi templi sportivi e con 5 gol alla Juve e con la grande Ignis diede alla nostra città un picco di popolarità immenso, ma Santa Maria del Monte è alla ribalta da secoli e ai nostri tempi ha visto un Papa tra i pellegrini che l’hanno ascesa. Sembra non basti ai politici bosini per togliere la polvere del tempo al luogo e a se stessi. Onestamente non so se il borgo ha avuto o avrà l’onore delle primarie e comizi dei fantasmi di centrodestra. Allora le squadre civiche dai diversi colori dovrebbero salire insieme il monte. I motivi ci sono e da troppo tempo trascurati. La misericordia potrebbe presentarsi con i panni dell’Unesco che sta distribuendo milioni: se ci fosse un po’ di moneta per il piazzale del Sacro Monte…
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