Toia e Amos, due varesotti pronti per la mitica “Dakar”
Pochi giorni al via del celebre raid: scopriamo chi sono e che obiettivi hanno i nostri portacolori. E tra i dirigenti spicca Martino Bianchi
È un’edizione con pochissimi italiani al via quella del Rally Dakar che scatterà sabato 3 gennaio da Buenos Aires, e che terminerà il 16 gennaio a Rosario in Argentina, al termine di una fatica che vedrà i protagonisti toccare anche la Bolivia.
Tra il ristrettissimo drappello tricolore in lizza però, ci sono ben due piloti varesotti che intorno a Natale hanno salutato amici e parenti per poi imbarcarsi in direzione del Sudamerica dove, si spera, saranno protagonisti nelle rispettive categorie.
IL TUTTOFARE DIOK CI RIPROVA – Nella categoria moto la nostra provincia sarà di nuovo rappresentata da Diocleziano Toia, 41enne poliedrico appassionato di sport motoristici (all’attivo anche un successo assoluto al Rally dei Laghi) che da alcuni anni ha scelto di misurarsi con i raid motociclistici. Toia (motoclub Cascinetta, scuderia Manetta&Forchetta) gareggerà alla Dakar in sella a una nuova Ktm 450 Rally versione 2016 e ha come obiettivo i piani alti della graduatoria cosiddetta “Malles moto”, quella cioè che comprende quei piloti che corrono senza assistenza. Una prova massacrante, perché significa che al termine di ogni tappa tocca a loro fare da meccanici, rendendo molto più pesante il raid. Lo scorso anno Toia fu quarto di questa classifica e non salì sul podio solo a causa di alcuni problemi meccanici, ovviamente risolti in prima persona. Il “guerriero” gallaratese si affaccia per la terza volta al via del raid più famoso del mondo e prima di partire ha salutato i tifosi in una serata organizzata a Legnano da un altro ex dakariano, Beppe Macchion, in occasione della presentazione della nuova Honda Africa Twin.
EUGENIO, NEL NOME DEL PADRE – Se Toia sarà al via tra le moto, nella categoria auto è iscritto l’altro varesino di questa Dakar 2016, e cioé Eugenio Amos. Il pilota nato nel 1985 però non sarà al volante di una vettura “tradizionale”, bensì di un cosiddetto “ATV” (All Terrein Vehichle), una sorta di buggy che è ugualmente inserita nella classifica delle quattro ruote ma con una “sottoclasse” a se stante. Amos segue così le orme del padre Hermann, che negli anni Ottanta disputò la Dakar “africana” a bordo di un camion Unimog-Mercedes. I suoi risultati migliori sono stati ottenuti in pista con le vetture Gran Turismo, ma il giovane varesino ha di recente scelto le ATV disputando anche il Rally del Marocco, non terminato a causa di un problema fisico del navigatore spagnolo Rafael Tornabell. Quest’ultimo però, copilota di grande esperienza, si è ristabilito ed è pronto a guidare l’esordiente Amos sui difficili scenari sudamericani: per l’equipaggio italo-spagnolo è pronto un Polaris RZR 1000 XP del team Xtreme Plus/BWD.
IL MANAGER-GARANZIA – Dopo aver giustamente dato spazio a Toia e Amos, che vivranno la Dakar rispettivamente dalla sella e dal sedile, bisogna però ricordare che in Sudamerica ci sarà un altro varesino di altissimo profilo. Si tratta di Martino Bianchi, general manager di Honda Hrc e cioé della squadra ufficiale del gigante giapponese che proverà a scalzare dal primo gradino del podio la Ktm, trionfatrice ininterrotta dal 2001. Bianchi dirigerà un gruppo di piloti di grande livello quali Barreda, Goncalves (già portacolori dell’Husqvarna “varesina” di qualche anno fa) e Ceci: basteranno per togliere lo scettro agli austriaci, nella prima edizione dopo il ritiro del fuoriclasse Marc Coma?
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