Arcisate-Stabio, “le pietre vengano macinate fuori dai centri abitati”
Il sindaco Marco Cavallin chiede alla Regione la deroga per spostare gli impianti di triturazione degli scavi in un'unica struttura lontano dalle case
La delibera del Cipe finisce in Gazzetta Ufficiale, ma il sindaco Cavallin, primo cittadino di Induno Olona fa sapere di non voler ancora “scendere dalle barricate” per via di una questione che potrebbe rivelarsi molto importante per alcuni suoi cittadini.
L’argomento è l’Arcisate Stabio e la questione è quella del posizionamento dei frantoi: installazioni che avranno il compito di sbriciolare, frantumare il prodotto degli scavi da reimpiegare per la costruzione di alcuni tratti della ferrovia.
Sono impianti che lavorano detriti degli scavi a ciclo continuo e se posizionati in zone vicine a centri abitati potrebbero rappresentare un problema per i rumori e le polveri.
Attualmente sono stati localizzati tre punti per posizionare i frantoi: il comune – e a dire il vero anche la ditta che dovrà eseguire i lavori – hanno da tempo proposto una deroga che dovrà venir approvata dalla Regione, affinché venga posizionato un solo di questi frantoi in una zona isolata della valle della Bevera.
Molto rimane ancora da decidere – scrive il sindaco Cavallin – nell’interesse dei cittadini, in particolare alla vicenda dei frantoi.
«Se infatti il Governo ha fatto la sua parte, RFI e la nuova impresa appaltatrice Salcef stanno dimostrando buona volontà nel recuperare il tempo perduto, con i buldozer in azione anche il giorno dell’Epifania e la disponibilità a realizzare importanti opere viabilistiche di compensazione dei disagi, adesso tocca a Regione Lombardia – e più precisamente alla Giunta guidata da Maroni – di muoversi per approvare quel provvedimento di deroga alla normativa regionale che consentirebbe di localizzare nella Bevera un unico frantoio delle terre di scavo, al posto dei tre impianti oggi previsti, di cui uno a ridosso dell’abitato di Induno, ai Prà da Sott».
«Questo frantoio è un impianto rumoroso e inquinante, che la normativa regionale impone di collocare troppo vicino all’abitato per non far uscire le terre di scavo dal cantiere. Aspettiamo fiduciosi la decisione di Maroni, affinché per questa volta il buonsenso vinca sulla burocrazia».
TAG ARTICOLO
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Slaykristian su Auguadro, Lomazzi e Bonini: Verbania piange le vittime della valanga in Val Divedro
Felice su È morto il fotografo Oliviero Toscani
gokusayan123 su Dopo la "rivolta" di piazza Garibaldi a Busto Arsizio espulsi due ragazzi
Viacolvento su Tensione e insulti in centro a Busto tra polizia e giovanissimi. Due denunciati per danneggiamenti
Felice su Tensione e insulti in centro a Busto tra polizia e giovanissimi. Due denunciati per danneggiamenti
italo su Doveva stare a Roma e invece girava in auto a Luino: arrestato
Ma come , ora il ns caro Sindaco chiede che le pietre siano macinate fuori dal ” villaggio “perchè pericolose e fonte di rumori molesti.
Ma queste pietre non contenevano ” ARSENICO ” ?
ora si possono trasportare , addirittura ” macinare ” senza pericolo alcuno !!!
Come mai . caro Sindaco , tutto ciò non è stato fatto due anni fa quando si potevano terminare i lavori prima della partenza di EXPO ?
Misteri della politica …….