Ausiliari in ospedale, un aiuto per non perdersi

Partito due anni fa, il servizio è ormai fondamentale per orientarsi tra i diversi stabili, corridoi, scale, ascensori. Sono riconoscibili grazie a una pettorina gialla e sono di stanza in tre punti nevralgici

I volontari dell'accoglienza all'ospedale di Circolo

“Dove prenoto la visita neurologica?” “Mi saprebbe dire dov’è l’ambulatorio di cardiologia?” “Devo pagare il ticket ma non ho capito dove…”

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I volontari dell’accoglienza all’ospedale di Varese 4 di 15

Arrivare all’ospedale di Varese per fare una visita medica o un esame diagnostico può rivelarsi un rebus. Siamo in una fase di transizione con ambulatori e servizi che si spostano. La cartellonistica non aiuta: in attesa della definitiva organizzazione, c’è ancora quella vecchia, magari rattoppata.

E poi c’è il “totem” all’ingresso della Santa Maria dove si trovano il cup, l’ambulatorio di ortopedia e il centro prelievi. Occorre schiacciare il pulsante giusto per non sbagliare coda e perdere tempo.

L’ospedale di Varese ha tre ingressi: il principale di via Guicciardini del monoblocco, quello storico di viale Borri, dove c’è, ma ancora per poco, il centro di prenotazione. E poi l’ingresso di via Lazio accessibile anche in auto.

Per venire incontro alle esigenze di orientamento dei pazienti, la Fondazione Circolo della Bontà ha avviato un servizio di accoglienza che si affida a volontari. Innanzitutto sono quelli dell’AVO, la storica associazione che assiste i pazienti in corsia. Poi, però, se ne sono aggiunti altri. È nato così il servizio di accoglienza e accompagnamento: dalle 7.30 alle 11.30, in tre diversi punti dell’ospedale. Il personale dotato di pettorina gialla intercetta le domande, dà risposte e, nel caso, porta a destinazione: « Siamo 23 volontari in tutto – spiegano Anna Maria Servino e Michele De Chirico responsabili dell’attività – cerchiamo di stare dove c’è la maggiore richiesta. Questo è un momento di passaggio, con tante novità e cambiamenti. Per questo sappiamo che è facile smarrire la strada o non capire la propria destinazione».

La dote maggiore di questi ausiliari deve essere la sensibilità: « Chi arriva in ospedale è sempre un po’ agitato. Ha una visita, un esame, un controllo. Noi abbiamo il compito innanzitutto di tranquillizzarli e aiutarli a capire la via. Scontiamo ancora un po’ il fatto di non indossare un camice bianco… i medici danno sempre maggiore fiducia, ma con il tempo ci siamo guadagnati la stima».

I volontari si trovano all’ingresso del Padiglione centrale, alla clinica Santa Maria e lungo il tunnel di collegamento tra il vecchio e il nuovo ospedale: « Siamo proprio all’imbocco del corridoio che porta al “monoblocchino”, lì dove si stanno spostando alcuni ambulatori e dove presto ci sarà anche il CUP che radunerà in un solo luogo, prenotazione, pagamento e ritiro referti».

Non occorrono doti particolari per fare il volontario dell’accoglienza: « Basta un po’ di tempo libero e voglia di rendersi utile. È chiaro che occorre sapersi orientare e conoscere bene l’organizzazione dell’ospedale. Abbiamo in dotazione alcune piantine che mostriamo a chi ci chiede la strada. È bello sapere di essere utili: sono molte le persone che tornano indietro per ringraziarci e raccontarci l’esito della loro visita. Diventiamo un punto di riferimento».

Un sorriso, un grazie pronunciato con sincerità e la giornata ha tutto un altro significato. Per essere volontari dell’accoglienza basta una disponibilità alla settimana, un paio d’ore. Chi volesse aderire può scrivere a avo@avovarese.it oppure telefonare nei giorni dispari dalle 16.30 alle 18.30 al nr 0332 810376.

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Pubblicato il 28 Gennaio 2016
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