Comuni in rete per aiutare i bambini di famiglie in difficoltà
In arrivo un finanziamento dal ministero per limitare il ricorso alle comunità per i minori in difficoltà. Un progetto complesso che mette in campo diverse professionalità

Il Distretto di Gallarate – Ufficio di Piano avrà uno strumento in più per provare a limitare il collocamento in comunità dei minori che vivono in famiglie problematiche. Il Distretto – che oltre ai Servizi Sociali di Gallarate coinvolge quelli di Cairate, Samarate, Solbiate Arno, Cassano Magnago, Oggiona con Santo Stefano, Jerago con Orago, Cavaria con Premezzo e Albizzate – è stato infatti ammesso al finanziamento P.I.P.P.I. – Programma di Interventi Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione dei minori. 50.000 euro sono messi a disposizione dal Ministero per il Lavoro e le Politiche Sociali, 12.500 sono a carico dello stesso Distretto.
Si cercherà di mantenere i bambini nel loro contesto di vita attraverso azioni di educativa domiciliare, incontri di gruppo per genitori e minori, attività di raccordo fra scuola, servizi e istituzioni, presenza assidua di operatori specializzati presso le famiglie. Le azioni saranno svolte da un referente individuato dall’Ambito Territoriale con funzioni di coordinamento, da una equipe multidisciplinare diversamente componibile a seconda delle esigenze specifiche (ne devono necessariamente far parte psicologo, assistente sociale ed educatore familiare, ma possono entrare in azione anche altri professionisti o parenti stretti) e da coach che affianchino gli operatori con il compito di promuovere discussione e rielaborazione sulle strategie di intervento con le famiglie, oltre che di riesaminare passo passo obiettivi, risultati, azioni e aspetti critici. Saranno coinvolte 10 famiglie con minori di età compresa fra 0 e 11 anni, colpite da problemi quali povertà, esclusione dal mondo del lavoro, basso livello di istruzione, violenza.
«L’ammissione al finanziamento P.I.P.P.I. – commenta l’assessora Margherita Silvestrini – consente di mettere in azione un nuovo strumento per limitare il più possibile l’istituzionalizzazione dei minori. Si colloca, quindi, in linea di continuità con quanto fatto negli ultimi anni dai Servizi Sociali, soprattutto ma non esclusivamente sul terreno del sostegno agli affidi, nella consapevolezza che il contesto familiare va privilegiato rispetto alle comunità».
L’arco temporale del programma, tra preparazione, azioni vere e proprie e analisi sulle attività svolte, va da gennaio 2016 a giugno 2017.
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