Il governo dice sì alla chiusura di Accam
Novità positive nella nuova bozza di decreto presentata dal ministro Galletti: "Le regioni che dimostra una sovracapacità potranno dismettere". Ancora negativo il parere degli ambientalisti
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La nuova bozza del decreto sui nuovi inceneritori accontenta la Lombardia e Busto Arsizio, che hanno avviato lo spegnimento dell’impianto di Borsano, ma delude gli ambientalisti. Il nuovo testo presentato dal ministro dell’Ambiente Galletti, infatti, ha introdotto il principio secondo il quale le regioni che dimostrano di avere una sovracapacità di trattamento (ovvero una produzione di rifiuti inferiore alla capacità di smaltimento complessiva), possono portare avanti un piano di dismissione.
La novità è contenuta in un comma dell’articolo 6 che – inoltre – permette alla macroarea nord di non costruire 3 nuovi inceneritori (previsti in Piemonte, Liguria e Veneto). Si tratta di un comma che intende evidentemente depotenziare il conflitto istituzionale con la Lombardia, ove il caso della sovraccapacità è clamoroso. Per il resto viene confermata la previsione di 9 nuovi inceneritori nelle altre regioni già individuate (oltre all’ampliamento di un paio in Puglia e Sardegna).
All’art. 6 della bozza di decreto è presente un comma che prevede la possibilità di revisione periodica delle previsioni del Decreto, ma solo “in presenza di variazioni documentate”, dunque solo a consuntivo e non in base alle previsioni delle programmazioni regionali per il futuro.
Negativo, infine il commento delle associazioni ambiantaliste, a partire da Legambiente: «La nuova Bozza di Decreto, pur riducendo gli inceneritori strategici da 12 a 9 conferma gli assunti erronei pro-inceneritori di quello precedente, a partire da quello principale e più marcatamente sbagliato: pretrattamento dei rifiuti urbani residui (RUR) = incenerimento – spiegano le Associazioni che hanno scritto al Ministero dell’Ambiente – Si continua a puntare sull’incenerimento quando l’andamento della produzione di rifiuti solidi urbani è da anni in calo».
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