La Dakar riparte da Salta, Toia e Amos riaccendono i motori
Dopo il giorno di riposo nel nord dell'Argentina, riprende il raid più famoso del mondo con i nostri due piloti ancora in lizza

Salta “la linda”, città del nord dell’Argentina, ha ospitato la carovana del Rally Dakar nella sua giornata di riposo. Uno stop necessario ai “guerrieri” che stanno affrontando da inizio gennaio un raid massacrante, caratterizzato quest’anno da forti piogge soprattutto nella prima parte.
Allo stop sono arrivati perfettamente in gara anche i due piloti varesini impegnati in quella che gli stessi organizzatori hanno ribattezzato “Odissea”: il motociclista gallaratese Diocleziano Toia e il driver varesino Eugenio Amos, entrambi in corsa con obiettivi interessanti per quanto riguarda le rispettive “sottoclassi”.

ARREMBAGGIO TOIA – Cominciamo dal veterano, Diok Toia, 43 anni, che sta affrontando la Dakar in sella a una Ktm con la quale cerca gloria nella graduatoria delle “Malles Moto”. Quei piloti cioè che gareggiano senza assistenza e quindi sono costretti, al termine di ogni tappa, a lavorare al mezzo meccanico in prima persona. Dopo un avvio “moderato” anche a causa di qualche piccolo problema causato dal maltempo, Toia (nella foto dal profilo Instagram ufficiale della corsa) ha sfruttato al meglio il motore della sua nuova Ktm risalendo la classifica e sfiorando per due volte la top 50 delle due ruote. «Fino adesso la moto va come un orologio e questo mi ha aiutato tantissimo, risparmiandomi ore di lavoro». Dopo sette tappe dunque, “Diok” è 57° assoluto e soprattutto è al secondo posto nelle “Malles” alle spalle dell’olandese Van Den Goorbergh: il “tulipano” ha un vantaggio di circa un’ora sul pilota di Gallarate, distacco ampio in termini assoluti ma recuperabile in una gara come la Dakar.
AMOS, ALTI E BASSI – Chi invece ha pagato a caro prezzo un incidente nel corso della settima tappa è Eugenio Amos: il 30enne pilota è alla guida di un “Polaris” (foto in alto) e concorre (oltre che per la classifica delle auto) per la graduatoria dei veicoli cosiddetti AVT. Amos, navigato dall’esperto spagnolo Rafa Tornabel, si è cappottato e ha accusato un problema all’impianto elettrico (a causa di un banale fusibile) che gli ha fatto perdere parecchio terreno. Peccato perché il varesino era salito fino alla test del gruppo AVT e invece ora è costretto a inseguire: alla pausa di Salta Amos è 63° della generale, è ancora in scia al brasiliano Torres per la classifica di specialità ma il leader – il torinese Cinotto – ha ora un vantaggio di circa 3 ore su di lui. «Nelle tappe di alta montagna il Polaris perde potenza per via dell’altitudine. Ora siamo tornati in luoghi più “normali” e il motore ha ripreso ad andare bene. A parte questo (Amos è all’esordio ndr) l’esperienza è fantastica e qui sembra di vivere come in un film».

LOEB E GONCALVES DAVANTI – Dopo circa metà Dakar, le classifiche di moto e auto sono guidate da due concorrenti molto attesi. Il re del rally Sebastien Loeb guida anche questa corsa, affiancato come al solito dal navigatore monegasco Daniel Elena a bordo della Peugeot. L’altro francese Peterhansel (7 Dakar vinte in moto, 5 in auto) è secondo davanti allo spagnolo Sainz, anch’esso ex iridato del rally: tre dunque le Peugeot sul podio virtuale, quarta è la Mini del campione uscente Al Attiyah.
Tra le moto invece, comanda il portoghese Paulo Goncalves (nella foto), alfiere del team Honda HRC guidato dal manager varesino Martino Bianchi. Alle sue spalle però è avanzato in modo pericoloso il drappello dello squadrone Ktm: dietro al lusitano ci sono infatti Price e Svitko mentre quarta è l’Husqvarna di Quintanilla.
Le altre due classifiche – camion e quad – sono infine guidate rispettivamente dall’olandese Versluis (Man) e dall’argentino Patronelli (Yamaha).
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