Le cinquanta sfumature di grigio dell’airone di Azzate

Elegante e maestoso, si può avvistare di frequente nei pressi della ciclabile o della provinciale. Qualche notizia in più sulle abitudini di questo splendido esemplare

Gli aironi del lago di Varese

Chi frequenta la pista ciclabile o più semplicemente viaggia lungo la provinciale che costeggia il lago di Varese, lo avrà sicuramente notato: un grande esemplare di airone cenerino che “sosta” nei dintorni di Azzate. Nei giorni scorsi è capitato anche di vederlo immobile, sul ciglio della strada, quasi ad osservare gli automobilisti di passaggio. Difficile dire se si tratti dello stesso esemplare o di animali differenti, i nostri lettori lo hanno fotografato mostrandoci tutto il suo fascino. Che cosa sappiamo su questi uccelli? Lo spiega Alessandra Gagliardi, ricercatrice dell’Unità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali – Guido Tosi Research Group, Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dll’Università degli Studi dell’Insubria.

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Sebbene non abbia confronti (almeno per quanto riguarda la colorazione, prevalentemente sui toni grigio-ardesia) con la pittoresca anatra mandarina che ha destato tanto interesse la scorsa settimana, l’airone cenerino (Ardea cinerea) raffigurato nelle immagini inviate dai lettori può sicuramente essere considerato un vero “maestro di eleganza”

Le grosse dimensioni (altezza da terra con collo esteso di circa un metro), unite a zampe, collo e becco particolarmente allungati, determinano una silouette allo stesso tempo elegante e imponente; i movimenti aggraziati quando si sposta a terra o camminando in acque basse alla ricerca delle prede, così come il volo alto e potente, con battiti d’ala particolarmente lenti, fanno dell’airone cenerino un rispettabile “signore delle aree umide”…

È una delle 7 specie di Ardeidi coloniali che si trovano in Italia e, senza ombra di dubbio, il più comune e ampiamente distribuito, anche nella nostra provincia di Varese.

Un tempo specie non propriamente comune e abbondante e più frequente nei mesi invernali, almeno nelle nostre zone, negli ultimi decenni è diventata una presenza costante durante tutto il periodo dell’anno, tanto che per avvistarlo non è necessario spingersi, muniti di binocolo o cannocchiale, in aree protette o dalle caratteristiche di elevata naturalità, ma osservare qualche individuo nei prati che costeggiano le strade, o, addirittura, sul ciglio della Provinciale, mentre le macchine sfrecciano a pochi metri di distanza, non è un evento raro…

Ma cosa è cambiato negli anni? Perché l’airone cenerino è diventato una specie tanto comune?

Come altre specie che hanno l’abitudine di nutrirsi di pesci (si pensi, ad esempio, al cormorano o allo svasso maggiore, altre specie divenute comunissime nei nostri laghi) anche l’airone cenerino è stato oggetto nel passato di fenomeni di persecuzione e atti di bracconaggio da parte dell’uomo (oltre alla persecuzione dovuta alla brutta fama di “divoratore di pesci”, l’airone cenerino veniva ucciso, come peraltro altre specie di Ardeidi, per le sue preziose penne che servivano per abbellire i cappelli e i vestiti delle dame di fine Ottocento). La fase di diminuzione delle popolazioni è terminata solo intorno agli anni ’70, quando, a seguito di interventi di protezione accordati alla specie in diversi paesi europei (in Lombardia una importante misura di conservazione a favore della specie è stata l’istituzione di numerose aree protette negli anni ’80), la tendenza si è finalmente invertita ed è cominciata una vera e propria “riscossa”.

Un tempo presente prevalentemente nell’area risicola, con le maggiori concentrazioni di garzaie nei territori delle province di Pavia, Novara e Vercelli, l’airone cenerino è, tra gli Ardeidi coloniali, la specie che ha aumentato maggiormente negli ultimi decenni la sua area di distribuzione. Forse per le abitudini più plastiche rispetto a quelle di altri “cugini”, l’airone cenerino si è spinto progressivamente dalla pianura verso nord, seguendo il corso delle principali aste fluviali, insediandosi fino alle porzioni più settentrionali della nostra regione.

Nidifica in garzaie (è il termine che indica i siti coloniali di nidificazione, in genere stabiliti su piante, che deriva dal nome dialettale degli aironi: “garze” o “sgarze”), elementi faunistici di particolare rilievo nel panorama delle zone umide lombarde: esse possono ospitare, nel periodo riproduttivo tardo invernale e primaverile, da poche decine fino a alcune migliaia di nidi, spesso di diverse specie di Ardeidi.

La forte adattabilità dell’airone cenerino si riscontra anche nella scelta delle aree di nidificazione. Le colonie occupate dall’airone cenerino si possono trovare anche in situazioni di forte presenza antropica, come ad esempio in boschi degradati ai margini di strade anche molto trafficate. Un caso al limite del paradosso è quello di una garzaia in provincia di Brescia che si è insediata all’interno di uno svincolo autostradale!!!….Se passate nei mesi da febbraio a giugno (in cui le coppie sono concentrate sui nidi nelle garzaie) nei pressi dell’uscita di “Brescia centro” della autostrada A4 Torino-Venezia…senza perdere l’attenzione dalla guida, provate a guardare le piante al centro dello svincolo…vi stupirete di sicuro!!!

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