Si cercano gli eredi del capostazione che salvò ebrei e disertori
La storia di Andrea Albisetti è stata ripresa anche dai media nazionali. Ora Comune e associazioni cercano gli eredi per rendere omaggio all'uomo
In questi giorni di memoria, di ricordo per le vittime dell’Olocausto, sta arrivando agli onori della cronaca nazionale una piccola storia, quella del capostazione di Tradate che, leggendo i dispacci in controluce, salvò decine di ebrei e disertori dall’arresto e dalla deportazione. Nei giorni scorsi abbiamo raccontato che dopo decenni di “voci” di paese, si è riusciti a dare un nome e un volto a quest’uomo, Andrea Albisetti, che non ha mai raccontato quanto da lui fatto tra il ’43 e il ’45.
Dopo il racconto che abbiamo fatto nei giorni scorsi intervistando Federico Colombo, presidente dell’associazione studi storici tradatesi, oggi il Corriere della sera ha dedicato un’intera pagina alla storia del Capostazione tradatese. Mentre nella mattina di giovedì 28 gennaio è arrivato il Tg1 in Comune a Tradate per incontrare Colombo e il sindaco Laura Cavalotti.
Ora, le indagini sono ancora in corso e il ricordo di quanto fatto da Albisetti verrà anche raccontato in un incontro pubblico organizzato per il 20 febbraio, al cinema nuovo di Abbiate Guazzone, dove saranno presenti centinaia di giovani studenti. L’occasione sarà quella di far suonare nuovamente “Il violino della Shoah”, quello che ha salvato la vita ai fratelli Segre Levi, Enzo e Maria, che da Tradate vennero deportati ad Auschwitz. Fu il padre di questi due ragazzi che venne salvato dal capostazione. Come anche Oscar Stenfeld, tradatese che, avvisato da Albisetti, riuscì a scappare in Svizzera. All’incontro del 20 febbraio sarà presente anche la sorella di Oscar, Gianna Stenfeld.
Sono tutte storie direttamente collegate tra loro, su cui ancora oggi Federico Colombo, con il contributo della sezione locale degli Alpini, sta cercando di risalire agli eredi di Albisetti. Il capostazione ebbe due figli: Dorligo e Sarajevo, entrambi andati in guerra. Fu il padre, in stazione, nel 1940, a fischiare la partenza del treno che li portò al fronte. Dorligo fu dichiarato disperso nella campagna di Russia; Sarajevo fece ritorno a casa e morì a Tradate nel 2009, mentre sua moglie è scomparsa nel 2014. Ora si cercano eventuali nipoti «per poter rendere omaggio a quest’uomo – commentano Colombo e il sindaco Cavalotti – che ha rischiato la vita per salvare numerose persone, con un senso di responsabilità ammirevole».
Video
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Clara Fiore su 2024 da record, l'Ospedale del Ponte è tra i primi quattro centri lombardi per numero di accessi
gokusayan123 su Rissa al bar a Saronno, il Questore dispone la chiusura del locale per 30 giorni
feimoncb su Poste centrali di Busto Arsizio: ecco come chiudere l'anno perdendo un cliente
italo su Poste centrali di Busto Arsizio: ecco come chiudere l'anno perdendo un cliente
lenny54 su Botti vietati a capodanno a Varese
GianPix su Arriverà domani
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.