Susanna Camusso ricorda i deportati della Franco Tosi
Il segretario della Cgil è stato l'oratore ufficiale alla cerimonia di commemorazione che si è svolta all'interno della fabbrica per ricordare i fatti del 5 gennaio 1944
Settantadue anni fa i militari delle SS tedesche, coadiuvati da alcuni reparti delle milizie fasciste, fecero irruzione in numerose fabbriche della zona per deportare gli operai che facevano parte delle commissioni interne. Furono quasi cento quelli che nei primissimi giorni del 1944 vennero caricati sulle camionette per finire prima a San Vittore e poi nei lager in Germania, moltissimi di loro a Mautahusen, dove morirono.
Oggi, martedì, la Franco Tosi si è fermata per ricordare quel tragico avvenimento e la deportazione. L’orazione di quest’anno è stata tenuta dal segretario della Cgil Susanna Camusso che ha voluto presenziare alla consueta cerimonia in fabbrica e davanti al monumento all’interno della stessa Tosi: «A quei lavoratori dobbiamo molto – ha detto il segretario della Cgil – questa fabbrica era molto importante per il regime perchè permetteva i patti coi nazisti. Quegli uomini fecero una scelta che mi ha colpito molto: erano componenti della commissione interna, difendevano i diritti dei lavoratori durante il regime, quando la libertà sindacale non c’era, solo l’idea di potersi organizzare era un crimine e lo sciopero era vietato».
La Camusso ha sottolineato il fatto che «tutto quello per cui loro lottavano oggi a noi sembra scontato ma questi diritti possono essere messi in pericolo se si perde la memoria di quello che accadde 72 anni fa». Il sacrificio di Alberto Giuliano, Carlo Grassi, Francesco Orsini, Angelo Sant’Ambrogio, Ernesto Venegoni, Antonio Vitali, Giuseppe Borsani, Rino Cassani, Carlo Enrico Giovanni Ciapparelli, Pietro Gobbo, Astorre Landoni, Mario Pomini, Eugenio Verga e Davide Zanin deve essere ricordato – hanno aggiunto gli attuali rappresentanti sindacali – perchè non accada mai più.
La commemorazione, a cui hanno preso parte anche diversi sindaci della zona con a capo il primo cittadino legnanese Alberto Centinaio, giunge in un momento felice per la storica azienda legnanese: da qualche mese 180 lavoratori sono tornati a produrre, la prima turbina a vapore da 130 megawatt è partita per l’Iran qualche giorno fa e altre due sono in preparazione. L’acquisizione da parte della Presezzi ha permesso ad un pezzo di storia dell’industria italiana ed europea di continuare a vivere. Ma i sindacalisti hanno anche voluto ricordare che «alcuni lavoratori non sono ancora tornati e finchè mancheranno non ci riterremo soddisfatti».
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