Caso Lidia Macchi, proseguono gli scavi al parco di Masnago
Sopralluogo dell'assessore Santinon: i militari sono alla ricerca del coltello con il quale è stata uccisa la ragazza nel 1987

Proseguono gli scavi al Parco Mantegazza di Masnago. I militari dell’Esercito e gli agenti della Polizia Scientifica sono al lavoro per cercare l’arma del delitto del caso Lidia Macchi.
Su ordine della magistratura, infatti, dal 15 febbraio si sta cercando il coltello con il quale è stata uccisa la ragazza nel 1987: 29 le coltellate inferte sul suo corpo. Indagato per l’omicidio è Stefano Binda, conoscente di Lidia che frequentava il gruppo di Comunione e Liberazione all’epoca del delitto. Negli scorsi giorni sono stati ascoltati in Tribunale a Varese amici e parenti della giovane varesina, con alcune sorprese come la richiesta del gip di iscrivere nel registro degli indagati don Giuseppe Sotgiu, accusato di falsa testimonianza.
Al Parco Mantegazza quasta mattina è stato effettuato un sopralluogo da parte dell’assessore del Comune di Varese Riccardo Santinon, accompagnato dai tecnici comunali:
«I ragazzi dell’Esercito Italiano, 10° reggimento Genio Guastatori di Cremona, con la Polizia di Stato stanno facendo un gran lavoro. Di solito salvano vite umane, cercando le mine in zona di guerra, a Varese sono venuti per aiutare a fare giustizia.
Speriamo ci riescano.
La situazione del parco, come vedete dalle foto, è sotto controllo e non sono stati fatti danni. Il manto erboso tornerà rigoglioso per la primavera!»
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