“Gay Pride, il comune non si deve schierare”
La posizione della giunta comunale spiegata dall'assessore Angelini. Ecco perchè non è stato concesso il patrocinio alla manifestazione del 18 giugno

Gay Pride, ma davvero non è opportuno accettare la sfilata per i diritti del mondo lgbt? Lo sostiene la giunta comunale che, caso praticamente unico, ha negato il patrocinio gratuito alla manifestazione “Varese Pride” che un comitato ha previsto per il 18 di giugno.
Alle valutazioni del sindaco Attilio Fontana, (Lega Nord) si aggiungono quelle dell’assessore alla famiglia Enrico Angelini.
STRUMENTALIZZAZIONE
All’unanimità, come già noto, la giunta non ha concesso il patrocinio – spiega l’assessore – per motivazioni approfondite, condivise da tutti, che vorrei chiarire meglio: C’è il massimo rispetto e c’è attenzione nei confronti del diritto e degli orientamenti di tutte le persone – afferma – questi argomenti sono oggi temi sensibili che spesso nel dibattito nazionale scivolano dal confronto vero alla polemica sterile e alla strumentalizzazione“.
COMUNE NEUTRALE
Il rischio che questo accada è ancora maggiore in un periodo contiguo a quello elettorale, senza una vera utilità per nessuno – aggiunge l’assessore – in città le persone hanno opinioni e sensibilità variegate. Quindi nulla osta evidentemente per lo svolgimento libero della manifestazione, ma schierare istituzionalmente il Comune non sarebbe corretto. Il patrocinio per altro non aggiunge o toglie nulla di sostanziale all’evento”.
La decisione in giunta è stata presa martedì pomeriggio, con il commento del sindaco Attilio Fontana: “Non è opportuno”.
Alla decisione della giunta seguono le prese di posizione della politica. In questo articolo, i politici che hanno dichiarato un appoggio al no al patrocinio.
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Anche se ritengo il Gay Pride una pagliacciata bonaria e pacifica fatta più per vanagloria e sfogo di divertimento ritengo che il concetto espresso dall’assessore sia assolutamente corretto.
Mi piacerebbe che tale visione al di sopra delle parti sia sempre mantenuta ma mi sembra di capire che per il Family Day tale imparzialità non sia stata rispettata da molti comuni ed in primis dalla regione Lombardia.