Giornata del ricordo, “ricordare per riflettere e capire”

Il discorso di Michele Cattaneo, sindaco di Rescaldina, per commemorare la Giornata del Ricordo

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Riceviamo e pubblichiamo il discorso di Michele Cattaneo, sindaco di Rescaldina, per commemorare la Giornata del Ricordo

La giornata del ricordo, perché ricordare? La risposta più semplice è perché tutto questo non accada più; io penso però che occorra ricordare, che sia un dovere ricordare, per capire e per riflettere sulla natura umana.

Getteremmo mai un uomo, una donna o un bambino in una fossa senza fine? Non lo faremmo, ne sono sicuro; non lo faremmo perché vedremmo negli occhi, sentiremmo nei lamenti che chi abbiamo davanti non è altro che un uomo, un uomo come noi.

Qualche giorno fa un amico di Rescalda mi ha detto che dobbiamo imparare a vedere nei nostri nemici, se nemici poi si può dire, un’altra faccia di noi stessi. Mi ha invitato a provare a cambiare la prospettiva mettendomi dalla parte dell’altro: “ecco”, mi ha detto “è questo il senso del porgere l’altra guancia” ed ha aggiunto poi che preferirebbe non ci fossero il giorno della memoria e quello del ricordo che sembrano essere due date una in contrapposizione dell’altra, una senza la quale non può o non deve esistere neanche l’altra.

È una moda tutta nostra infatti quella di vedere sempre le cose in contrapposizione mettendoci a volte degli occhiali, delle lenti, che ci fanno vedere la realtà come la vogliamo noi.

Allora se sono d’accordo con la necessità di provare a vedere l’altro come un altro che guarda me (magari con gli stessi rancori che ho io) non sono d’accordo con le conclusioni, il giorno del ricordo è importante perché il ricordare è un dovere. È un dovere non tanto per ricordare chi ha fatto male a chi, ma piuttosto per riflettere su come la violenza richiama sempre violenza, su come poi le ragioni di una parte o dell’altra rischino di perdersi in un vortice di azioni-reazioni che confondono e non permettono di guardare il nocciolo della questione: la violenza di cui l’uomo è capace quando si dimentica che chi ha di fronte è semplicemente un altro uomo.

Il mio augurio, anche nell’onorare queste vittime così ben rappresentate in questo monumento (un corpo incastrato tra due pareti carsiche nella profondità della terra), è che finalmente cessino le violenze, cessino nel mondo intero ma soprattutto cessino nel nostro territorio, nel nostro comune, con il nostro vicino di casa e nelle nostre famiglie.

Non lasciamo che queste tragedie siano accadute invano

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Febbraio 2016
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