“I beni confiscati alle mafie possono essere strumento per imprenditorialità

Ottanta i beni in provincia di Varese: i dati in un rapporto presentato in Consiglio regionale.

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I beni immobili confiscati alla criminalità in Lombardia sono 1266, il 7,2% del totale delle confische nazionali. Di questi 80 sono sul territorio varesino, terza provincia lombarda dopo Milano e Brescia: 35 sono ancora in capo all’ANBSC, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, 15 sono stati mantenuti dallo Stato per finalità istituzionali, 19 sono già stati destinati ad associazioni o cooperative locali, 11 sono tuttora in corso di assegnazione agli enti territoriali che ne hanno fatto richiesta.

I beni confiscati in provincia di Varese sono così catalogati: 5 abitazioni in villa (di cui 2 già riutilizzate e assegnate), 23 appartamenti in condominio (7 riutilizzati e assegnati), 29 box e garage (11 riutilizzati e assegnati), 6 immobili di carattere commerciale o industriale, 4 terreni (2 riutilizzati e assegnati) e i restanti 13 di altre tipologie.

Il 38% dei beni confiscati a Varese e provincia viene utilizzato per finalità di housing sociale, il 20% per finalità educative (asili e centri educativi), il 18% per assistenza a disabili e anziani.

I dati sono contenuti in un rapporto presentato in Consiglio regionale e promosso da Eupolis Lombardia. Tra i relatori anche il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo e Nando Dalla Chiesa, direttore dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata presso l’Università degli Studi di Milano.

«Dobbiamo tenere alta la guardia e continuare a promuovere la consapevolezza di un fenomeno che c’è, anche se non appartiene alla nostra cultura tradizionale –ha detto il Presidente Raffaele Cattaneo-. In Lombardia la criminalità è meno diffusa rispetto ad altre regioni, ma la vittoria dello Stato deve servire da monito a tutti noi per aumentare la consapevolezza e la partecipazione civile su questi temi. Per questo concordo pienamente – ha aggiunto il Presidente – anche con l’istituzione di un concorso di idee che renda la società civile protagonista nell’elaborare proposte innovative sull’utilizzo dei beni confiscati. Nell’assegnazione dei beni confiscati, auspico infine sul nostro territorio un maggiore interessamento delle realtà economiche e produttive oggi poco coinvolte nel riutilizzo di questi beni, che possono rivelarsi un utile strumento anche per avviare o sostenere nuove attività imprenditoriali».

Tra i casi analizzati nello studio si segnala quello varesino della cooperativa sociale Avalon Onlus di Lonate Ceppino, dove il bene confiscato consiste in una villa di circa 300 metri quadrati con un ampio giardino. Qui l’amministrazione comunale ha realizzato un asilo nido con sconti per i residenti, la cui gestione è stata affidata nel 2010 tramite apposito bando pubblico alla cooperativa sociale Avalon. Sono ventiquattro i bambini che oggi beneficiano del servizio erogato dalla struttura.

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Pubblicato il 25 Febbraio 2016
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