Le parole proibite di LinkedIn

Tutte le parole da evitare e le strategie per far emergere il nostro tra i 400 milioni di profili del social network legato alle professioni

Italia Mondo generiche

Se il tuo profilo di LinkedIn assomiglia a qualcosa del genere:

“Sono orgoglioso di essere una persona motivata, creativa e appassionata del proprio lavoro, con una vasta esperienza e un storia di successi come esperto strategico. Sono soprattutto determinato, organizzato e con un grande senso di responsabilità per tutto quello che faccio, perché ho grande leadership nel problem solving”, allora sei in grande compagnia.

LinkedIn ha annunciato le parole più (ab)usate nei profili dei suoi membri, evidenziate sopra in grassetto, che sono utilizzate così spesso da aver perso gran parte del loro impatto. Che fare? Innanzittutto farsi notare con il sommario andando oltre le buzzwords e con una foto di qualità, che vale più di mille parole, perchè si hanno solo dai 5 ai 10 secondi per impressionare le persone che visualizzano il profilo.

Inoltre bisogna mettere in evidenza le esperienze con esempi specifici dei risultati ottenuti, incluse quelle di volontariato e in quali settori si è disponibili a farne di altre. Infine chiedere una raccomandazione alle persone che ci conoscono bene (e ricambiare il favore ove appropriato). Ma questo non basta. E’ anche molto importante andare oltre la gestione del proprio profilo individuale ed entrare a far parte di un gruppo, condividendo le proprie opinioni, immagini e notizie in modo da posizionarsi come influencer nel proprio settore e categoria professionale, perché i membri attivi all’interno dei gruppi su LinkedIn ottengono visualizzazioni 15 volte superiori agli altri.

La filosofia che sottende a queste istruzioni per l’uso è di prendersi cura del proprio brand personale, in modo da farlo emergere come distinto e unico. Una nuova competenza da sviluppare e affinare nel tempo. Un buon obiettivo per il 2016 (e oltre).

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Pubblicato il 13 Febbraio 2016
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