L’infinita piazza di Verghera, quasi dieci anni tra progetti e controprogetti

Il centrosinistra ci mise mano a partire dal 2007, il centrodestra negli ultimi due anni. Fino all'ultima modifica fatta in queste settimane

La piazza di Verghera

Poche decine di metri quadri, ma capaci di far discutere, litigare, modificare per quasi dieci anni, dal lontano 2007, senza che ancora si sia messa la parola definitiva. Sono i metri quadri della piazza di Verghera, antico cuore di un paese che è diventato quasi quartiere (più che frazione) di Samarate: eppure il piccolo spazio continua a far discutere, forse perché all’idea della piazza ci si aggrappa per immaginare ancora un luogo di comunità, di ritrovo. E se altrove (come nel caso di Cedrate di Gallarate) ci son voluti quasi due lustri per portare a termine un solo progetto, qui invece nell’arco di due lustri i progetti sono diventati contrapposti, oggetto anche di polemica politica, promesse e ripensamenti.

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Il primo momento in cui si iniziò a discutere era il 2007. L’amministrazione di centrosinistra di Vittorio Solanti pensava ad una piazza che fosse “luogo di incontro e di socialità”, nel mezzo di una strada principale della frazione dove fosse ” agevole muoversi a piedi e in bicicletta”: l’obbiettivo era buono ma l’esito finale fu ben poco gradito o (quantomeno) sollevò molte polemiche e accuse. Più che il disegno dello spazio in sé (al netto delle inevitabili polemiche sul numero di posti auto) non piacque soprattutto la scelta della pavimentazione delle strade del centro storico in cemento, contestata per motivi funzionali ma anche estetici.

Il centrodestra a trazione leghista battagliò e fece della piazza – meglio: della modifica del progetto – uno dei suoi cavalli di battaglia. Era il 2011 e alla fine il sindaco Leonardo Tarantino fu rieletto trionfalmente, superando il 50% dei voti già al primo turno. Per arrivare a modificare il progetto della piazza ci son voluti tre anni abbondanti, fino al dicembre 2014: un restyling (la parola va di moda), attendendo qualche anno forse anche per evitare polemiche sui soldi spesi. «Interventi minori per abbellire una piazza su cui abbiamo sempre dato un giudizio negativo», diceva Tarantino, sottolineando che il progetto precedente non veniva buttato a mare e che si voleva essere «parsimoniosi». La scadenza di mandato però incombeva e il tema è ritornato in campagna elettorale: a un certo punto è ricomparso il nome del progettista (uno dei progettisti), Davide Sironi, giovane architetto che il centrosinistra aveva appena scelto come candidato sindaco. Mossa perfetta, con il candidato sindaco messo sulla difensiva (diceva che il progetto era stato snaturato) e la “colpa antica” del centrosinistra riportata in primo piano. A fine maggio Leonardo Tarantino ha vinto per la seconda volta, sempre al primo turno.

Il resto è cronaca recente. A dicembre 2015 – otto anni dall’avvio del progetto, quello del centrosinistra – sono stati aperti i cantieri del nuovo progetto – quello del centrodestra. Si recupera qualche posto auto (che piacciono soprattutto ai commercianti), si crea un piccolo spazio per dehor di fronte al bar, si inserisce una intitolazione evidente (“Piazza Volta” tracciato su un muro in cemento), si tolgono le parti in legno già ammalorate. Fine dell’eterno discutere? No, perché quando il cantiere viene chiuso si scopre un particolare che finisce in mezzo alle critiche: la fontana geometrica in mezzo alla piazza ha spigoli ad angolo acuto, in metallo. «Potevano metterci un cordolo, qualcosa che la rendesse meno pericolosa» dicono in piazza (in piazza Volta, ma pure nella piazza dei social network). «La fontana è conforme ai rendering. Péià che appuntita, ostruisce il passaggio, magari per chi si muove in carrozzina» dice il primo cittadino Leonardo Tarantino. «Ce ne siamo resi conto subito e abbiamo concordato con il progettista: verrà modificata, tagliata e risaldata. Una piccola fontana comunque secondo noi rimane una scelta corretta per dare un po’ di ricchezza visiva allo spazio» conclude il sindaco, ribadendo che i lavori di modifica della piazza siano stati fatti puntando a ridurre al minimo la spesa necessaria.

«Un miglioramento c’è stato, ma vale i 40mila euro spesi?» si chiede Eliseo Sanfelice, ex consigliere comunale che rimane molto attivo nel dibattito, anche come amministratore della Bacheca Civica Samarate. Oltre alla fontana, poi, altre voci chiedono di sistemare alcuni dettagli, in particolare in relazione all’accesso alla corte sul lato Nord della piazzetta. «Bisogna modificare il cordolo dell’aiuola, perché chi esce dalla corte qui a fianco finisce sempre a urtarla» dice Giulio del bar sulla piazza, mostrando la traccia nera lasciata dagli pneumatici sul cordolo in pietra. «Per il resto, senza dubbio è meglio di prima». «È migliorata molto e a noi va bene così» dice Luana Perrone, che è stata candidata nella lista della Lega Nord ma che è anche commerciante con un negozio che affaccia sulla piazza. Altri sottolineano il bisogno di parcheggi e apprezzano quei pochi posti auto in più che la “ristrutturazione” partita a dicembre ha regalato.

Dettagli, appunto. Ritocchi che probabilmente faranno ancora discutere per un po’. Passati nove anni, dopo tante schermaglie politiche, ma forse questa volta è davvero finita.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 01 Febbraio 2016
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