Lotta alla processionaria: cosa fare

Entro fine mese è possibile intervenire in modo preventivo per rimuovere i nidi che creano soprattutto su pini e cedri

processionaria larva lepidottero

Rischio processionaria del pino in città. L’assessorato al Verde pubblico ha ricevuto negli ultimi giorni alcune segnalazioni dai cittadini sulla presenza della processionaria.

 «Riteniamo opportuno – spiega l’assessore Riccardo Santinon – dare alcune informazioni preventive per affrontare questa criticità, per evitare contatti e quindi possibili eritemi. I cittadini possono trovare tutte le indicazioni sull’home page del sito comunale».

Cos’è la processionaria
È noto che le larve della processionaria sono dotate di peli urticanti; i danni provocati dalla penetrazione dei peli nella cute umana possono essere modesti o assumere notevole gravità. Nella pelle, dove si infiggono le setole o i loro frammenti, insorge un molesto eritema, fortemente pruriginoso, che può scomparire dopo qualche giorno. Conseguenze più gravi si hanno quando i peli, o frammenti di essi, giungono a contatto con l’occhio, la mucosa nasale, la bocca o peggio ancora, quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive.

Cosa fa il Comune
Il Comune di Varese, in base con il decreto ministeriale del 30 ottobre 2007, attua da anni una lotta preventiva che prevede la rimozione dei nidi, il trattamento biologico sulle piante su cui si presenta il problema e la continua sorveglianza delle stesse. Inoltre, il regolamento del Verde prevede l’obbligo per i privati di monitorare le piante dei propri giardini, ove si riscontri il parassita, provvedere alla sua eliminazione.

Ecco dunque alcune informazioni e raccomandazioni:

Alberi a rischio processionaria: pini di tutte le specie e cedri
Cosa si può fare entro fine febbraio: in questo periodo sono ben visibili a occhio nudo i nidi delle larve che di solito sono esposti al sole. Per questo motivo sono facili da individuare e il Comune consiglia di verificare nei propri giardini la presenza o meno del parassita.  Per estirpare i nidi dai propri alberi occorre tagliare il rametto e bruciare al suolo il nido che può contenere da 140 a 300 larve. Visto la pericolosità dell’operazione, si consiglia di rivolgersi a ditte specializzate.

Sul verde pubblico ci sono alcuni casi sporadici che sono costantemente monitorati; tuttavia potrebbero sfuggire nuove colonizzazioni. Per questo motivo si invitano i cittadini a segnalare all’ufficio del Verde Pubblico eventuali ritrovamenti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Febbraio 2016
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