“Non allargo a Sel, resto quello delle primarie”
Il candidato del centrosinistra presenterà almeno quattro liste e alla sinistra tradizionale preferisce quella di "movimento"
“Non allargo alla sinistra tradizionale. Resto quello delle primarie, con tutte le componenti che hanno partecipato alla sfida e che adesso, insieme, stanno costruendo il programma”.
(Nella foto, con la moglie, dopo la vittoria delle primarie)
Davide Galimberti va per la sua strada e annuncia che non ci sarà alcun accordo in extremis con Sel. “Non credo che serva questa ricerca delle sigle – osserva – penso che si debba oggi convincere i cittadini”. Le tossine della sfida nel centrosinistra sono state assorbite. Galimberti afferma che il gruppo é coeso e che i programmi dei 4 candidati del 13 dicembre saranno limati e fusi, in un unico programma di sintesi che presto vedrà la luce.
Galimberti ha in serbo, per ora, quattro liste per la sua coalizione: il Pd, la lista del sindaco, la lista del movimento civico Varese 2.0 e una lista che guarda a sinistra che sarà guidata da Dino De Simone. Ecco spiegato anche perchè in quel campo non ci sarà più la ricerca di Sel. Gli outsider di De Simone saranno la parte creativa della coalizione. “Sulla lista civica del sindaco invece sto lavorando io stesso con riservatezza – risponde il candidato – è un lavoro che si preciserà nel tempo e che sto conducendo personalmente. Mi ha colpito l’annuncio che Cecco Vescovi sarà candidato in una lista del centrodestra. Ecco, noi non faremo mai la stessa cosa. Nessun nome messo per acchiappare notorietà, ma piuttosto la ricerca di persone, anche poco conosciute al grande pubblico, ma che riscuotano la fiducia dei cittadini del loro quartiere”.
(Galimberti e De Simone)
Galimberti è molto fiducioso: dal 13 dicembre ha lavorato sull’unità. Ha passato il suo tempo nelle riunioni per compattare tutto il suo gruppo dietro un programma condiviso e continuando a incontrare, in silenzio, decine di cittadini.
Non allargherà a sinistra la coalizione, ma nemmeno a destra: “Non è un problema che che l’Ncd sia andato con il centrodestra – racconta – io non mi rivolgo al partito ma agli elettori di quell’area. E sono convinto che alcuni di quel mondo, stavolta, passeranno dalla nostra parte”. Sul ddl Cirinnà conferma che per lui il matrimonio è quello tra un uomo e una donna: “Ed è inutile che un sindaco si esprima su temi che non gli competono, come spesso accade nei consigli comunali con mozioni che nulla hanno a che vedere con l’amministrazione”. Un suo pallino è quello di tastare il polso alla città. Da qui viene la tenacia degli incontri con la gente: “Se Fontana avesse avuto il polso di Varese avrebbe capito che, ad esempio, il parcheggio alla prima cappella era un grave errore. I segnali c’erano già tutti. Noi non ripeteremo quegli sbagli”.
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