Pedemontana e il “giallo” delle nuove tratte

Pedemontana verrà completata? Ma sopratutto, chi pagherà? E’ questo il giallo che da giorni sta agitando la Lombardia, da quando si è diffusa la notizia che il governo non sarebbe più disposto a stanziare i fondi necessari per le tratte ancora da costruire.

Tutto è nato da un incontro tra alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle e il Ministro delle infrastrutture Graziano Delrio. Un incontro durante il quale è stato chiesto di «fermare il delirio di cementificazione della giunta lombarda» e a seguito del quale -secondo quanto riportato- il ministro avrebbe dichiarato di non essere intenzionato a «destinare all’opera un euro in più di soldi pubblici rispetto a quanto già previsto e speso».

Dichiarazioni che non sono sfuggite al governatore lombardo che si è detto molto sorpreso dal cambio di rotta. «Avevo parlato con lui -spiega Roberto Maroni- e oltre ad annunciarmi che sarebbe venuto in Lombardia entro metà febbraio per fare il punto mi aveva anche detto che proprio Pedemontana sarebbe entrata nel Piano Juncker», cioè la serie di investimenti che sono previsti dall’unione europea per il rilancio economico. Maroni assicura anche che «qualche giorno fa, abbiamo già avuto un incontro a Palazzo Chigi proprio su Pedemontana, perché fosse inserita nel piano» e quindi «se le sue dichiarazioni sono state riportate correttamente, mi hanno molto sorpreso».

In ogni caso Regione Lombardia è intenzionata a portare a termine l’autostrada, con o senza l’aiuto del governo. «Per quanto mi riguarda -ha confermato il governatore- Pedemontana va completata, non c’è il minimo dubbio. E’ un’opera strategica e quindi il nostro impegno è quello di completare l’infrastruttura nei tempi previsti».

Certo è che non sarà facile. Per portare fino a Bergamo le carreggiate di Pedemontana servono ancora 3 miliardi di euro e se fino ad oggi le risorse sono arrivate dal governo domani chissà. Fino ad oggi, infatti, da Roma sono stati stanziati 1,2 miliardi di fondi quasi interamente già spesi oltre ad una defiscalizzazione di 349 milioni per realizzare i primi tratti delle tangenziali di Varese e Como e le prime tratte della A36.