Pescatori e ricerca insieme per far rinascere il lago di Varese
Ripopolare il lago di anguille e persico e non perdere la tradizione e i segreti dei pescatori: la ricetta per il rilancio anche economico dello specchio d'acqua varesino
Ripristinare l’ecosistema del lago di Varese, far tornare in grandi quantità persici e anguille. Ma soprattutto non dimenticare e tramandare la traduzione dei pescatori e le loro attività. Il tutto anche con il coinvolgimento delle scuole del territorio.
È questo l’obiettivo dell’ambizioso progetto che vuole trovare un nuovo modello economico per il futuro del Lago di Varese. La presentazione è avvenuta all’Insubrias Biopark di Gerenzano (gestito dalla Fondazione istituto insubri o ricerca per la vita), ente capofila nella stesura del progetto nato dalla Cooperativa pescatori del lago di Varese e sostenuto dalla Fondazione Cariplo per la cifra di 100mila euro.
Paolo Giorgetti, presidente della cooperativa pescatori entra nel merito del progetto: «Si parla da 40 anni del Lago e in un maniera piuttosto parziale. La cooperativa pescatori è in un momento critico: da 34 famiglie ci si è ridotti a 4. E se si aggiunge che il patrimonio ittico sta sparendo la situazione è drammatica. Con questo progetto vorremmo si parlasse del lago in maniera più completa. Ai comuni del lago spetta di smettere con le immissioni degli scarichi fognari, mentre la cooperativa ha l’obiettivo di ridare un equilibrio al patrimonio ittico del Lago. Vogliamo spostare tale equilibrio e nel giro di pochi anni portare a un miglioramento delle speci ittiche. Ad esempio: una volta si fornivano 100 quintali di anguille l’anno, oggi se si arriva a uno è tanto. Pensiamo di ripropolare le anguille e creare le condizioni per cui torni il pesce persico in maniera consistente. Vogliamo coinvolgere anche gli appassionati di pesca sportiva e le scuole attraverso incontri che raccontino come è cambiato il lago».
Il progetto è il primo che la Cooperativa pescatori vuole attuare in maniera strutturata per rilanciare davvero il lago. «Acquisiremo barche e sistemi di protezione per i persici appena nati – racconta Giorgetti -. Pensiamo di ottenere risultati nel giro di tre anni. Se poi il tempo ci aiuta piovendo poco, si può anche accelerare tutto. Questo perché quando piove gli scarichi lasciano molti più liquami, sporcando l’acqua del Lago. Il mestiere di pescatore non potrà tornare come una volta, ma sicuramente possiamo non perderlo e avviare attività collaterali come la pesca turismo. Il Lago di Varese può arrivare anche a produrre 1.500 quintali di pesce l’anno e non è poco».
Chi ha deciso di sostenere il progetto è la fondazione Cariplo. Giorgio Gaspari spiega questa scelta: «Ci ha colpito molto questo progetto. Valorizzino e del patrimonio culturale è importante, ma anche la volontà del rilancio di una situazione che ha enormi potenzialità. Vi è poi la componente scientifica a cura della Fiirv che farà analisi continue della situazione. Tutto questo fa parte del nostro modo di essere, coerente con la nostra mission».
Secondo Angelo Carenzi, presidente della Fiirv «è un progetto che ha basi scientifiche interessanti e vi è l’attenzione nel proporlo ai giovani perché questa comunicazione possa essere utile alla loro crescita e a problematiche oggi dimenticate».
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