Quello scoiattolo è un invasore

Viene considerata una delle cento specie più pericolose al mondo. Lo scoiattolo grigio provoca l'estinzione del cugino locale. La spiegazione del professor Adriano Martinoli

Scoiattoli al parco

Dopo la segnalazione di una lettrice che ha ripreso uno scoiattolo grigio in un parco, il professor Adriano Martinoli docente di zoologia e di gestione e conservazione della fauna all’Università dell’Insubria spiega chi è questo esemplare e i rischi che comporta la sua presenza.


Le foto di scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) al parco di Cuggiono sono ahimè la testimonianza diretta, che possiamo “toccare con mano”, di una delle più grandi problematiche di conservazione su scala globale.

Lo scoiattolo grigio, di origine nordamericana, è infatti, al pari della zanzara tigre, dell’ambrosia, della nutria, dei ratti, del cinipede del castagno e di decine e decine di altri organismi,  una specie che viene definita “alloctona” o “aliena”, ossia introdotta artificialmente dall’uomo in un ambiente lontano da quello nel quale è presente naturalmente.

Lo scoiattolo grigio è stato introdotto anche nel Regno Unito, in Sudafrica, in Irlanda, in Italia ed in Australia. Solamente in quest’ultimo paese il problema è stato affrontato per tempo ed è stato rimosso con successo nel 1973, mentre nelle restanti aree è divenuto invasivo, tanto da guadagnarsi un posto tra le specie più pericolose su scala globale, rientrando tra le 100 specie invasive più pericolose al mondo.

In Italia la prima introduzione risale al 1948 “grazie” a un diplomatico italiano in missione a Washington DC negli Stati Uniti d’America che, incantato dall’incredibile confidenza di questi scoiattoli nei parchi della città, fu preso dal desiderio di liberarne alcuni nella sua villa di Candiolo, nei pressi del bosco di Stupinigi (a sud di Torino).

Proprio nel 1948, quindi, ricevette due coppie di scoiattoli che hanno poi dato origine alla attuale popolazione piemontese. Nel 1966, cinque esemplari importati (anche in questo caso dagli Stati Uniti) furono rilasciati nel parco urbano di Genova Nervi. Sempre in Piemonte, un’altra introduzione (di 6 individui) si verificò nel 1994 in un parco urbano nella cittadina di Trecate. Dal 1999 lo scoiattolo grigio è stato introdotto in diverse aree della Lombardia, mentre ad oggi, la specie è presente anche in Veneto (dal 2008) ed in Umbria (dal 2000).

Purtroppo, la presenza dello scoiattolo grigio causa l’estinzione dell’unico scoiattolo naturalmente presente in Europa, lo scoiattolo rosso, e i nuclei di scoiattolo grigio introdotti artificialmente dall’uomo e presenti nei nostri parchi urbani diventano un punto di dispersione verso aree naturalisticamente più pregiate, minacciando la sopravvivenza dello scoiattolo nativo.

Non dimentichiamo inoltre che le specie alloctone invasive sono in grado di determinare impatti negativi oltre che sulla biodiversità locale (estinzione di specie, inquinamento genetico, predazione, problematiche sanitarie, competizione diretta ed indiretta), anche su settori produttivi, come agricoltura e pesca, infrastrutture e salute pubblica, e sono considerate causa di danno da un punto di vista culturale, paesaggistico ed estetico nelle aree in cui si stabiliscono.

Il Delivering Alien Invasive Species Inventories for Europe (DAISIE) conta circa 11.000 specie non native per l’Europa, di queste circa il 15% sono potenzialmente pericolose per la biodiversità e per le attività umane e 163 sono classificate come “worst invasive alien species” [peggiori specie aliene invasive] dall’Agenzia Europea per l’Ambiente.

Agli inizi del 2000 i costi relativi alle invasioni biologiche a livello mondiale venivano stimati in circa il 5% del prodotto interno lordo (PIL) globale. Per quanto riguarda l’Unione Europea è stato calcolato un costo relativo alle specie alloctone invasive di almeno 12,5 miliardi di euro/anno, che rappresenterebbero tuttavia una forte sottostima rispetto ai 20 miliardi euro/anno ottenuti da altre stime, con un’incidenza economica maggiore nel settore dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura, della selvicoltura e della conservazione della natura.

Proprio per questa ragione  per consentire agli Enti preposti alla conservazione dell’ambiente di poter tenere sotto controllo il fenomeno.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 03 Febbraio 2016
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