Un’orchestra per la città
Tre nomi per altrettanti candidati che si propongono come sindaci di Varese. Similitudini e differenze di campo di una partita per il futuro del capoluogo
Hanno scelto tutti un luogo di incontro pubblico per presentarsi.
Lo spazio Lavit ha ospitato Stefano Malerba; il bar la Cupola Davide Galimberti e il Twiggy Paolo Orrigoni.
Tre conferenze stampa molto diverse tra loro, come lo sono del resto i tre candidati alla poltrona di sindaco per Varese.
Due quarantenni, anche se Orrigoni di anni ne ha uno in meno di Galimberti. Due indipendenti dai partiti, anche se entrambi hanno dietro persone e sigle che sono parte attiva della scena politica varesina da sempre.
Orrigoni rischia molto di più in questo campo perché dietro ad una candidatura forte come la sua, rischierà di imbarcare compagni – o meglio camerati – di viaggio mica tanto raccomandabili.
Non abbiamo dubbi sul fatto che una personalità forte e competente come la sua saprà scegliere, ma non dipenderà solo da lui. Alcuni, nelle file di chi lo ascoltava durante l’odierna presentazione, già vanno in giro dicendo che Orrigoni è sempre stato un affezionato sostenitore del proprio partito.
Si dimenticano di chiedere quanto questo sia vero al segretario cittadino del Carroccio, che alle 23 della stessa sera in cui l’imprenditore scelse di correre con il centro destra stava annunciando che il candidato del suo partito era un assessore leghista, perché di persone, quello stesso partito, ne aveva già bruciate diverse.
Malerba, sempre nel campo del centro destra, ha scelto uno slogan per sganciarsi dai partiti sostenendo di essere l’unico “civico”. Peccato che i suoi sostenitori attuali siano tutti politici navigati, al governo della città da vent’anni, e che a lanciarlo sia stata la Lega e Maroni in persona. Salvo poi far marcia indietro e avviando nuove trattative su una girandola di persone.
Davide Galimberti, in questo, detiene il profilo con le carte più chiare. Arriva dalla militanza in un preciso partito. È stato scelto grazie a un voto popolare largo, non larghissimo, ma si è messo in gioco sfidando e vincendo le primarie del centro sinistra contro un pezzo da novanta del Pd. Si accompagnerà da liste civiche autentiche che si impegnano da anni nella società varesina e che hanno partecipato in competizione con lui al voto per scegliere il candidato del centro sinistra. Un momento di autentica democrazia che resta una delle migliori novità degli ultimi anni a Varese.
Dei tre Galimberti è quello che, anche per lavoro, ha maggiore esperienza di amministrazioni.
Due fattori importanti accomunano tutti e tre i candidati: l’amore per la città e la scelta politica non come attività della loro vita, ma come impegno di servizio.
Non saranno gli unici candidati. Ci sarà in campo il movimento 5stelle e altri che ancora non hanno proposto iniziative pubbliche, ma che si stanno iniziando a muovere.
Le prossime elezioni verranno caratterizzate da persone di valore. C’è solo da sperare che sappiano esser anche bravi direttori d’orchestra tenendo loro, nel rispetto dei diversi musicisti, la guida. Qualche stecca la vedremo, è nelle cose, tanto più per i tanti che si preoccupano più alle poltrone che ai progetti, ma stavolta Varese potrebbe vedere una nuova stagione in cui avere una città sempre più aperta che sappia immaginarsi un proprio futuro come opportunità positiva, servendosi delle eccellenze che sa esprimere, ma soprattutto per l’attenzione verso i più deboli. Perché è da loro che si misura sempre la vera qualità della vita e della civiltà di un paese e quindi soprattutto di una città.
Con alcuni abbiamo rapporti molto positivi da anni, altri li conosceremo sempre meglio nel corso di questa lunga campagna elettorale.
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