Voto agli stranieri? Il consiglio comunale si scalda
Emendamenti platealmente stracciati, regolamenti applicati alla lettera e scambio di insulti. In consiglio comunale monta (ancora) lo scontro
La proposta era più simbolica che effettiva. Concedere il voto agli stranieri è un affare del governo «e so bene che non possiamo sostituirci al legislatore», mette subito in chiaro Marco Cirigliano (SEL) che ha presentato una mozione per concedere agli stranieri residenti in una città da più di 10 anni di poter votare alle elezioni comunali, anche se non hanno richiesto la cittadinanza.
«A Busto sono 1.328 cittadini i cittadini stranieri residenti da almeno 10 anni a Busto -spiega Cirigliano- e quindi non credo si possano intendere come persone di passaggio, ma anzi come parte integrante della nostra città». Un’idea che ha trovato, almeno apparentemente, d’accordo anche la Lega Nord. «Dato che questa proposta richiede un cambiamento della costituzione -ipotizza Francesco Speroni- chiediamo che venga aggiunta la possibilità che siano i cittadini bustocchi a decidere, attraverso un referendum». Proposte che, dopo na lunga discussione, non sono passate.
Ma quelle polemiche politiche sorte durante la discussione hanno mostrato ancora una volta i nervi piuttosto tesi tra la maggioranza e il presidente del consiglio comunale, Diego Cornacchia. Il casus belli è stato quando Cornacchia ha sbottato e ha detto che si sarebbe vergognato di una rielezione di qualche consigliere se dopo tutto il tempo passato a Palazzo Gilardoni non erano state ancora apprese le regole dell’assise. Apriti cielo. E’ stato il leghista Max Rogora a mostrare la reazione più agitata alzandosi dal suo posto e abbandonando l’aula, non prima però di avergli dato -letteralmente- dell’imbecille.
Un caso emblematico -conclusosi con Cornacchia che ha platealmente stracciato un suo emendamento al testo- di quanto siano tesi i rapporti tra le fila della maggioranza in quest’ultima parte di mandato. Rapporti che hanno mostrato tutti i loro problemi sin dalla celebre discussione sulla mozione per vietare il burqa, quella che finì con l’abbandono dell’aula da parte della maggioranza. E da qui a giugno i consigli comunali in programma sono (almeno) altri quattro.
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