Competenze e conoscenze: si costruisce la scuola del futuro
Riunione a Villa Recalcati riservata a docenti e dirigenti del ciclo primario. Al centro i cambiamenti della "Buona Scuola" tra voglia di innovare e resistenze
La Buona Scuola è in marcia.
Il cambiamento è in atto: lento quasi impercettibile agli occhi dei più.
Si lavora dentro le scuole, a gruppi più o meno grandi. Si trasferiscono i risultati nelle reti di istituti: « Oggi viviamo in un sistema dove i bambini sin dall’infanzia hanno a disposizione conoscenze e informazioni che, fino a dieci anni fa, aveva solo il Presidente della Repubblica » il direttore dell’Ufficio scolastico Claudio Merletti ha citato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in apertura dei lavori della giornata di confronto sulle “competenze” che si è svolta a Villa Recalcati a Varese e in contemporanea in tutte le province lombarde : « Questa parola può voler dire tutto e nulla – ha proseguito Merletti – può essere usata come simulacro su cui pontificare oppure banalizzarla fino a svuotarla di ogni contenuto. Il fatto è che le nuove generazioni crescono in un contesto in piena evoluzione e siete proprio voi docenti a fornir loro gli strumenti per orientarsi e muoversi. In questo cammino, non bisogna lavorare in solitudine ma crescere assieme lungo un sentiero dove ogni diffidenza viene frantumata dal gioco di squadra».
Ma cosa vuol dire? La scuola dovrà rivedere i suoi obiettivi e i percorsi. La “certificazione delle competenze” costruirà un bagaglio di conoscenze che va oltre le materie di studio ma dovrà allargarsi agli “skills for life” gli otto strumenti che ogni studente dovrà avere per progettare il proprio futuro: non solo conoscenze linguistiche, matematiche, scientifiche e umanistiche ma anche civiche, legate al proprio status di cittadino.
In questo senso, la didattica si sta innovando: le scuole superiori sono più avanti nella fase progettuale e stanno adottato sistemi di monitoraggio della crescita dei singoli alunni dall’ingresso fino all’uscita del quinquennio ( triennio per i professionali). Monitoraggi per il post diploma si vanno anche potenziando per capire meglio l’efficacia e l’efficienza dell’offerta formativa.
Ora tocca anche al ciclo primario avviare serie discussioni di metodo e contenuto per i primi otto anni di scolarità : « Competenza è una parola che va ben pesata – ha spiegato Cristina Boracchi, dirigente del liceo Crespi di Busto e capofila della rete di scuole che lavorano su questo tema – Non bisogna focalizzare tutta l’attenzione sulle competenze slegate dalle conoscenze: i saperi sono determinanti per l’acquisizione delle prime. Non dovete opporre resistenza al cambiamento. Sono tre le parole cardine di questa innovazione:
Sistema : per uscire dal virtuosismo individuale
Sviluppo : filiera progettuale e di cammino in continuità con didattica orientante perché dobbiamo costruire cittadini progettanti capaci di gettare il se nel futuro.
Competenza: che arriva dopo il grosso lavoro dì progettazione».
La scuola è in marcia: non è facile «cambiare le teste dei docenti ma così viene chiesto – ha aggiunto Boracchi che ha concluso – I modelli che si creano vanno guardati, ragionati e adattati al proprio istituto anche per limitare le grosse sperequazioni tra i voti delle singole scuole, una diversità che alle superiori si nota. Credo che si debba avviare un tavolo provinciale per trovare punti in comune su cui impostare la propria progettazione di istituto».
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